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Archivio Sonoro

Mimmo Ferraro

Mimmo Ferraro

Martedì, 17 Luglio 2018 15:53

000 Paolo Apolito, Campagna 1973

Ubicata nel centro storico di Campagna, la chiesa S. Bartolomeo custodisce il miracoloso Cristo Velato, meglio conosciuto come Santissimo Nome di Dio, nell'accezione conferita da S. Berardino da Siena: il Crocifisso è chiuso in una teca lignea ricoperta da foglie d'oro e ne è visibile solo la testa, attraverso una piccola finestra. La leggenda narra che il Cristo cambi espressione del volto a secondo dell'umore con cui lo si osserva. Il Crocefisso del Santissimo viene portato in processione per le vie del paese ogni sette anni o in occasione di carestie o eventi eccezionali. 
Paolo Apolito, accompagnato da studenti dell'Università di Salerno, raccoglie numerose interviste a diversi protagonisti della festa, rappresentanti delle diverse fasce generazionali e sociali partecipanti. Le interviste evidenziano i diversi gradi di adesione e partecipazione alla festa, oltre alle informazioni sulle modalità specifiche e tradizionali a cui la festa stessa è legata.

(129-30 e 96A, 108766-68 e 108750)

Martedì, 17 Luglio 2018 15:48

00 Paolo Apolito

All’inizio degli anni Settanta del secolo scorso prende avvio la documentazione dei fenomeni culturali del mondo popolare del Sud d’Italia, nel solco delle ricerche sul campo avviate da Annabella Rossi e Roberto De Simone. Religiosità popolare, magia, canti e musiche, proverbi, storie di vita, fiabe e favole sono alcuni temi intorno ai quali si è soffermato Paolo Apolito che ha poi proseguito le sue ricerche sul territorio regionale, con numerose rilevazioni coordinate anche come titolare della cattedra di Antropologia dell'Università di Salerno.

Martedì, 17 Luglio 2018 15:38

000 Mario Vanacore, Napoli 1980

Registrazioni realizzate durante la festa di Sant'Anna (26 luglio) ai Quartieri Spagnoli che documentano la partecipazione di devoti, gruppi e associazioni provenienti da diverse zone della città restituendo una narrazione etnografica delle azioni e dei momenti della festa. Gli informatori, incontrati lungo il percorso della processione che attraversa le vie della città, illustrano la presenza e la sfilata dei gruppi, dei toselli e dei carri, fornendo informazioni sugli aspetti economici della festa e su altre feste religiose che si svolgono in luoghi diversi della città. Alle interviste si alternano le riprese audio del paesaggio sonoro della festa che documentano i passaggi delle bande, le voci e i canti polivocali religiosi dei fedeli.

(815-7 109041)

Martedì, 17 Luglio 2018 15:08

000 Mario Vanacore, Piedigrotta 1980

Tra le più antiche forme di religiosità partenopea, la festa e il culto della Madonna di Piedigrotta (Na) hanno origini arcaiche, prima pagane poi cristiane, collegate alla grotta di epoca romana che nei secoli ha ospitato riti e culti di fertilità, orgiastici e sacri, in un luogo con forti valenze simboliche tra terra e cielo,  nascita e morte, luce e oscurità. La Crypta Neapolitana nei secoli ha attirato l'interesse di poeti e sovrani ma soprattutto ha contribuito a forgiare la profonda componente sincretica popolare e più in generale la cultura partenopea. Le rilevazioni presenti in questa raccolta restituiscono un'ampia indagine sulla festa e il culto della Madonna di Piedigrotta. Il vasto corpus di informazioni e documenti include: una serie di canti polivocali religiosi, canti a distesa, rosari, narrazioni, canzoni, leggende e aneddoti sulla festa e la devozione per la Madonna. Nelle interviste, realizzate con alcune anziane, si presentano le forme e la storia del culto nei secoli, in un processo di proposizioni e interpretazioni che lasciano emergere la visione popolare della festa e della Madonna. Le narrazioni e i ricordi affondano nella tradizione orale fino al mito fondativo, passando in rassegna episodi storici, dalla dominazione spagnola ai ricordi vividi delle esperienze di vita dei primi decenni del '900 e del periodo bellico, quando si celebrava la festa nella grotta con musiche e danze tra la notte del 7 e l'alba dell'8 settembre. Alle tradizioni e alle leggende si legano inoltre alcuni riferimenti al mito della scarpetta persa dalla Madonna, che ha ispirato la nota Gatta cenerentola del Basile ripresa da Perrault e riproposta nell'adattamento teatrale di Roberto De Simone.

(826-9 109046-7)

Martedì, 17 Luglio 2018 15:06

000 Mario Vanacore, Lettere 1980

Tra le diverse feste dedicate a Sant'Anna nella regione, quella di Lettere (Na) si distingue per la ricorrenza di tradizioni del tutto originali, e per il grande seguito che la cerimonia attira sui Monti Lattari. La festa si svolge dal penultimo giovedì di luglio, quando la statua di Sant'Anna viene portata dalla chiesa di Santa Maria Assunta e San Giovanni Battista nella ex Cattedrale di Lettere, fino all’ultima domenica di luglio, giorno in cui la statua fa il suo rientro nella cappella che la ospita per tutto l'anno, dove si realizza la cerimonia documentata nelle seguenti registrazioni, con una straordinaria partecipazione di fedeli provenienti da luoghi limitrofi e non solo. Gli informatori commentano i diversi momenti festivi, spiegano le tipologie di grazie che Sant'Anna concede, la particolare protezione che ha per le donne incinte, descrivendo atti rituali e usanze. Di notevole rilievo i documenti musicali che raccolgono alcune pregevoli performance, testimoniando lo stile e le forme musicali dei canti e ritmi sul tamburo a Lettere.

(818-9 109042)

Martedì, 17 Luglio 2018 15:04

000 Mario Vanacore, Foglianise 1980

La festa di San Rocco a Foglianise (Bn) è tra le più note dell'area, connessa con l'arcaica, e oggi ancora in uso, festa del grano. Le rilevazioni indagano principalmente la figura del santo patrono della peste: la storia e la vicenda umana di San Rocco sono esposte dagli informatori con dovizia di particolari, interpretazioni e collegamenti storici tratti da fonti scritte, piuttosto che da rintracciare nella cultura orale. Dalle interviste emerge che nel periodo in cui è stata raccolta la documentazione l'antica festa del grano era caduta in disuso, mentre da alcuni anni è ritornata ad essere un momento festivo di centrale importanza per la comunità locale. Ad arricchire i documenti sonori due esempi di canti polivocali religiosi eseguiti da alcune donne durante la processione.

(823 109044)

La festa per la Madonna del Carmine nella frazione Ferrari di Serino (Av) viene posticipata ai primi di agosto rispetto al calendario canonico: tale singolarità è spiegata dagli informatori con collegamenti ad antichi rituali e tradizioni locali. Una delle peculiarità di questa festa è la giornata di giochi, musica, canti e balli collettivi, eseguiti dalla comunità locale dopo le ufficiali celebrazioni religiose. Le registrazioni documentano lo svolgimento dei giochi e il paesaggio sonoro della festa: alle interviste, che presentano e spiegano i giochi di gruppo, si alternano le performance sonore con tamburi, cimbali, ciaramelle e voci, che accompagnano i giochi; i ricordi degli informatori, inoltre, permettono di ricostruire la desueta festa del grano, rituale di chiare origini pagane con cui si celebrava la trebbiatura, poi soppresso dalle autorità ecclesiastiche: vengono descritti vari momenti della festa del grano, ricordando azioni, giochi e danze eseguiti durante il rito collettivo.

(820-2 109043)

Martedì, 17 Luglio 2018 14:59

000 Mario Vanacore, Altavilla Irpina 1980

La festa di San Pellegrino ad Altavilla Irpina (Av) richiama un gran numero di fedeli, in particolare di battenti che partecipano alla processione per penitenza e devozione: uomini e donne, adulti, ragazzi e bambini che arrivano nel centro irpino al mattino, da luoghi più o meno limitrofi, per disporsi in fila sui due lati della strada che conduce alla chiesa dell'Assunta. Le squadre e i gruppi di battenti, nel tradizionale vestito bianco con fascia rossa, si dispongono in corteo accolti dal pubblico che li osserva sfilare; sono scalzi e saltellano senza sosta mentre procedono incitati dai trombettieri (uomini che corrono in mezzo alle due file avanti e indietro con una trombetta in bocca) che cadenzano il ritmo della processione in corsa. Giunti nei pressi della chiesa i battenti si prostrano in silenzio con il viso in terra, fino al richiamo del trombettiere che li spinge a riprendere la corsa. Le rilevazioni contenute in questa raccolta documentano la festa del 1980 con interviste, momenti della processione dei battenti, canti polivocali rivolti al santo e alla Madonna di Montevergine (che qui anima una sentita devozione), esecuzioni bandistiche, performance di musicisti tradizionali, storie e leggende su San Pellegrino.

(824-5 109045)

La festa per la Madonna del Carmine (detta anche la Bruna e confidenzialmente chiamata Mamm r’o Carmene dai napoletani) ha origini riconducibili al XVI secolo. Le prime notizie certe sulla festa e sull'uso di incendiare il campanile della chiesa risalgono ad una cronistoria del 1647 legata al nome e ai fatti di Masaniello. L'immagine divina è simbolo della religiosità partenopea e del rapporto viscerale del popolo con il sacro. In queste rilevazioni sono raccolte impressioni e visioni che i devoti hanno della festa e della Madonna; diversi i commenti sul tradizionale incendio del campanile (spettacolo pirotecnico che simula simbolicamente un incendio poi spento per intercessione della Madonna), sulle celebrazioni e la venerazione dell'immagine sacra, su alcune differenze rispetto alle cerimonie del passato. Le informazioni che emergono dalle interviste restituiscono una serie di interpretazioni personali sulle origini nere della Vergine; sulle grazie e le tipologie di miracoli che compie la Bruna; spiegano la venerazione per il profeta Elia, fondatore dell’Ordine dei Carmelitani, del quale è presente una statua vicino all’immagine della Madonna; inoltre, alcuni informatori interpretano il ritrovamento di resti umani nel corso di recenti campagne di scavo a la devozione delle anime purganti.  

(814-5 109040)

Martedì, 17 Luglio 2018 14:56

00 Mario Vanacore

Le rilevazioni etnografiche di Mario Vanacore, realizzate nel 1980 tra la città di Napoli e alcuni piccoli centri periferici della Campania, hanno come tema centrale la religiosità. Le indagini documentano paesaggi sonori festivi, i canti, i suoni e le performance, le voci e i gesti rituali, le memorie e le sensazioni dei fedeli, i ruoli e le figure delle manifestazioni religiose e cultuali. Dalle informazioni che emergono su compositi simbolismi e immaginari della devozione, si può risalire ad una vasta serie di forme ed espressioni della cultura popolare. Nella città di Napoli le osservazioni esplorano la festa e il culto della Madonna del Carmine, della Madonna di Piedigrotta e di Sant'Anna ai Quartieri Spagnoli. Tre luoghi simbolo della città e della cultura partenopea, visceralmente legata al sacro (non inteso in termini rigorosamente cattolici), al culto dell'aldilà, ai simbolismi, a espressioni e immagini di chiara origine pagana cariche di ambivalenze sincretiche. I documenti restituiscono un insieme di elementi che evidenziano il profondo legame della cultura popolare con il sacro e il profano, gli aspetti siderali e ctoni, di morte e fertilità. La ricerca sul campo di Vanacore ci consegna, inoltre, una serie di documenti etnografici che riguardano quattro feste in luoghi "periferici" della Campania: quattro paesaggi sonori animati da canti, preghiere, performance musicali, voci di fedeli e devoti. Ad Altavilla Irpina (Av) è documentata la festa di San Pellegrino, un antico rituale al quale partecipano gruppi di battenti e fedeli che danno luogo ad una processione in corsa per le vie del centro storico, incalzati da alcuni esecutori e suonatori locali. Alla festa per la Madonna del Carmine nella frazione Ferrari di Serino (Av), è osservata una giornata di giochi e balli organizzata dalla popolazione locale dopo le celebrazioni religiose ufficiali, una manifestazione che gli informatori collegano alla più antica e ormai desueta festa del grano. E ancora, le indagini etnografiche raccolgono informazioni e dati sulla festa di San Rocco a Foglianise (Bn), tra le più note dell'area, connessa con l'arcaica, e oggi tornata in uso, festa del grano. Infine, la festa di Sant'Anna a Lettere (Na) sui Monti Lattari, dove le rilevazioni hanno un taglio quasi del tutto musicale; qui, oltre alle interviste su riti e usanze della festa, sono documentate alcune performance eseguite da suonatori e cantori tradizionali che manifestano forme espressive alternative di religiosità e devozione.  

 

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