La festa per la Madonna del Carmine (detta anche la Bruna e confidenzialmente chiamata Mamm r’o Carmene dai napoletani) ha origini riconducibili al XVI secolo. Le prime notizie certe sulla festa e sull'uso di incendiare il campanile della chiesa risalgono ad una cronistoria del 1647 legata al nome e ai fatti di Masaniello. L'immagine divina è simbolo della religiosità partenopea e del rapporto viscerale del popolo con il sacro. In queste rilevazioni sono raccolte impressioni e visioni che i devoti hanno della festa e della Madonna; diversi i commenti sul tradizionale incendio del campanile (spettacolo pirotecnico che simula simbolicamente un incendio poi spento per intercessione della Madonna), sulle celebrazioni e la venerazione dell'immagine sacra, su alcune differenze rispetto alle cerimonie del passato. Le informazioni che emergono dalle interviste restituiscono una serie di interpretazioni personali sulle origini nere della Vergine; sulle grazie e le tipologie di miracoli che compie la Bruna; spiegano la venerazione per il profeta Elia, fondatore dell’Ordine dei Carmelitani, del quale è presente una statua vicino all’immagine della Madonna; inoltre, alcuni informatori interpretano il ritrovamento di resti umani nel corso di recenti campagne di scavo a la devozione delle anime purganti.
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