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Canti rituali e di questua (7)

Cantori itineranti seguendo il calendario agricolo

Tra i pochi esempi rimasti nel Salento di un repertorio di canti eseguiti seguendo lo svolgersi del calendario agricolo: solstizio d’inverno, carnevale, Quaresima, Settimana Santa, feste di maggio e d’estate.
Venivano interpretati da gruppi itineranti di cantori accompagnati da un fisarmonicista: andavano a cantare di masseria in masseria e di paese in paese. Il luogo preferito era l'aia se in campagna o il crocicchio se in paese e lì si radunavano gli ascoltatori che uscivano dalle loro abitazioni appena udivano ancora lontana la melodia.
Tutti questi canti terminavano con la richiesta di un dono in denaro oppure materiale: uova, pane o vino per scaldarsi dal rigore dell’inverno.

  • Genere Audio

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Sono i lavoratori di una masseria che vanno dalla massara ad augurarle buona Pasqua chiedendo una forma di formaggio e un pò di uova della gallinella.

  • Durata 02:44
  • Luogo Tuglie
  • Provincia Lecce
  • Regione Puglia
  • Esecutore Anonimi: voce
  • Autore Brizio Montinaro

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    E' un canto rituale di questua appartenente al ciclo dei canti che si eseguivano tra Natale e l'Epifania. In questo periodo di relativa tranquillità per il lavoro dei campi alcuni contadini nel Salento si riunivano in gruppi e andavano processionalmente di masseria in masseria, di paese in paese, a cantare la nascita di Gesù e l'arrivo dei Magi con i doni: la strina quindi la strenna. Doni che alla fine del canto sollecitavano agli ascoltatori in cambio degli auguri. Questo canto ormai defunzionalizzato viene eseguito ancora oggi senza alcun elemento rituale.

    Data: gennaio 1977

  • Durata 07:04
  • Luogo Corigliano d'Otranto
  • Provincia Lecce
  • Regione Puglia
  • Esecutore Luigi Costa: voce e cupa cupa, Antonio Costa: voce e organetto diatonico
  • Autore Brizio Montinaro

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Canto rituale appartenente al ciclo della Settimana Santa. Più che un canto vero e proprio è, come quasi tutti i canti rituali, una specie di rappresentazione (cfr. Brizio Montinaro, Salento povero, Longo, Ravenna 1976). E' un canto in lingua grica. Il giorno di San Lazzaro e durante tutta la settimana precedente la Domenica delle Palme, una comitiva di pochi contadini, in genere di Martano ma anche di altri paesi della Grecìa salentina, vestiti con l'abito della festa e portando con sé un grande ramo di ulivo addobbato con nastri multicolori e arance se ne andava a cantare di piazza in piazza, di villaggio in villaggio, fermandosi ai crocevia, la passione di Cristo. Oggi questo canto è ancora riproposto per volere di associazioni di cittadini o di Proloco ma nulla ha più dell’antico fascino. Il nostro documento è stato eseguito da autentici cantori maestri del genere.

    Data: marzo 1970

  • Durata 08:33
  • Luogo Zollino
  • Provincia Lecce
  • Regione Puglia
  • Esecutore Antonio Panzera: voce, Antimo Pellegrino: voce e fisarmonica
  • Autore Brizio Montinaro

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Altro canto della Settimana Santa. Diffuso nel Salento romanzo sembra la risposta al canto grico che porta lo stesso nome.

    Data: luglio 1977

  • Durata 05:04
  • Luogo Aradeo
  • Provincia Lecce
  • Regione Puglia
  • Esecutore Luigi Rizzo: voce, Antonio Micali: voce e tamburello
  • Autore Brizio Montinaro

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Versione ridotta del documento 03. Interessante ascoltare l’esecuzione a più voci.

    Data: dicembre 1975

  • Durata 02:50
  • Luogo Calimera
  • Provincia Lecce
  • Regione Puglia
  • Esecutore Cosimino Surdo, Assuntina Surdo, Lucia Gabrieli: voce
  • Autore Brizio Montinaro

  • Genere Audio
  • Audio

  • Descrizione

    Documento in cui l’incipit è corrotto. Vale la pena conservarlo per la strofa finale in cui entra nel racconto della Passione di Cristo anche Giuseppe Garibaldi. Strofa sicuramente aggiunta dopo l’Unità d’Italia.

    E Garibaldi, quella brava persona,
    che ci ha preso la nazione
    e ce l’ha presa per farne un regno
    e dell’impresa porta la corona

    I concetti di nazione e regno non sono molto chiari. Ci deve essere una posposizione tra i due termini in quanto Garibaldi conquistò il Regno delle due Sicilie e lo unì al resto d’Italia per farne una nazione. E di questa impresa ne porta il vanto.
    Surreale la risposta di Cosimino a Brizio che gli chiede una spiegazione circa questa strofa. Il documento rimane indicativo del fatto che spesso gli informatori non sanno di cosa parlano. Dicono e basta. E questo è quello che conta. Ogni loro spiegazione infatti potrebbe essere inesatta. Non bisogna sopravvalutare dunque le loro esegesi come spesso si è fatto soprattutto nell’ambito del tarantismo. Ma il discorso è lungo.

    Data: dicembre 1975

  • Durata 12:14
  • Luogo Calimera
  • Provincia Lecce
  • Regione Puglia
  • Esecutore Cosimino Surdo: voce, Roberto Licci: chitarra, Brizio Costantini: intervistatore
  • Autore Brizio Montinaro