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Archivio Sonoro

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Musiche di tradizione in azione (19)

Videointerviste e rituali in funzione

Interviste ai testimoni della tradizione (tracce 01, 02 e 14) in filmati a sequenza fissa, valorizzando la restituzione sonora dei repertori, e la documentazione di pratiche lavorative (canti eseguiti durante la raccolta delle olive), festive (la manifestazione di Poggio delle Rose, i rituali del fuoco di Silvi e Fara Filiorum Petri), devozionali (la Sacra rappresentazione del Venerdì Santo a Castelbasso, la Pasquetta a Palmoli, e le questue di Sant’Antonio Abate) colte in funzione.

  • Genere Audio

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Le cantrici risiedono nelle contrade di Troiano e Collemarmo del Comune di Bisenti, antico borgo dell'alta valle del Fino nel territorio teramano; si ritrovavano a cantare nelle varie occasioni lavorative legate alla campagna come la raccolta delle olive, la vendemmia, la mondatura del grano, la mietitura, la battitura del lino ed altri lavori svolti sull'aia. Altra circostanza era rappresentata dai pellegrinaggi al Santuario di San Gabriele dell'Addolorata (Isola del Gran Sasso, Te), percorrendo a piedi mulattiere e tratturi.
    Il loro repertorio comprende canti e arie sul lavoro (arie eseguite sull'aia o durante la lavorazione del lino, la raccolta delle olive, la mondatura e la mietitura del grano), canti d'amore e sdegno, ninna-nanne, canti narrativi come ballate, storie ed orazioni, canti devozionali e canti di pellegrinaggio. Per i canti sul lavoro in forma amebea e per le arie delle orazioni la tecnica vocale predilige l'emissione a gola stretta, le cesure a metà parola, gli attacchi indiretti, gli stop glottali e gli abbellimenti melismatici. Le melodie più arcaiche sono in tonalità minore o modali su scala lidia.

  • Durata 21:45
  • Data Mercoledì, 30 Ottobre 1996
  • Luogo Collemarmo di Bisenti
  • Provincia Teramo
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Maria Degnitti, Annunziata Liberati, Anna Profeta, Lina Carcerieri, Ada Lupinetti, Delfina Di Loreto, Pasqualina Di Pietrantonio e Allegrina Piccirilli: voci; Gabriele Della Volpe di Arsita: organetto e voce, Claudio Cacciatore: chitarra e voce
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Il video è stato realizzato nell'abitazione di Maria Carmine Iannacci con la presenza della sorella Serafina e di Antonietta Barrucci, dei loro mariti e del parroco di Villa Celiera. Le ripetute registrazioni in casa hanno creato un clima conviviale in cui, alle esecuzioni canore, seguivano i commenti degli uomini. Il video evidenzia il carattere gioviale ed ironico delle donne. Per l'ascolto completo dei brani si rimanda alla raccolta Le cantrici del Gran Sasso.

  • Durata 50:37
  • Data Lunedì, 23 Novembre 1992
  • Luogo Montebello di Bertona
  • Provincia Pescara
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Maria Carmine Iannacci, Serafina Iannacci, Antonietta Barrucci: voci
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Le colline vestine della zona pescarese sono rinomate per i vasti uliveti che si susseguono uno dopo l'altro e, nei mesi di ottobre e novembre, gli abitanti collettivamente si dedicano alla raccolta delle olive. Alcuni uliveti richiedono squadre numerose di raccoglitori e non mancano, tutt'oggi, le occasioni in cui il canto accompagna la raccolta che, come qui documentato, avviene in modo tradizionale utilizzando rastrelli e scale. Tale pratica ha permesso ai raccoglitori di cantare liberamente senza il disturbo dei rastrelli meccanici. Il repertorio spazia dagli stornelli tematici ai canti narrativi; la modalità esecutiva è monodica o polivocale; nell’esecuzione a tenzone la prassi è monodica mentre nei canti detti ariunitë (assieme) la polivocalità è a due voci che, dall'unisono, muovono per terze parallele.

  • Durata 08:38
  • Data Sabato, 28 Novembre 1992
  • Luogo Colline vestine (area pescarese)
  • Provincia Pescara
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Raccoglitrici di olive tra cui Maria Carmine Iannacci, Serafina Iannacci e Antonietta Barrucci: voci
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Il video è stato realizzato in località Poggio delle Rose di Cermignano (Te) in occasione del Giro delle cantine aperte, il 22 settembre 1995. La manifestazione, organizzata dai residenti di questo piccolo borgo, dava la possibilità ai partecipanti di visitare le cantine private in cui si custodiscono le provviste alimentari: conserve, insaccati, olio e vino prodotto in casa (qui rigorosamente Montonico, vitigno autoctono presente nell'agro di Poggio delle Rose e nel territorio confinante del Comune di Bisenti). Ad animare il giro delle cantine sono le squadre di suonatori e cantori di Poggio, Arsita, Befaro, Cermignano e Penna Sant’Andrea. Il repertorio è caratterizzato da stornelli sentenziosi, ironici ed erotici eseguiti a tempo di saltarello con l'accompagnamento di organetti, fisarmoniche, tamburi, grancasse e tamburi a frizione.

  • Durata 17:47
  • Data Venerdì, 22 Settembre 1995
  • Luogo Poggio delle Rose
  • Provincia Teramo
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Suonatori e cantori di Poggio, Arsita, Befaro, Cermignano, Penna Sant'Andrea
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    La sacra rappresentazione della Passione di Gesù (Venerdì Santo) è stata documentata dal ricercatore per la prima volta il 5 aprile 1985 a Castelbasso (Te). Il presente video del 2011 ed altri, girati negli anni precedenti, testimoniano le dinamiche di conservazione e trasformazione del rituale. 
    L'informatore è stato De Juliis Antonio di cinquantasei anni (nel 1985) di Castelbasso che ha organizzato le rappresentazioni a partire dal 1954. Questa tradizione è stata portata avanti inizialmente da De Nicola Domenico (1930) ed in seguito, fino al '53, da Varani Alfonso.
    Il testo poetico è sempre il medesimo mentre le melodie, tramandate oralmente e ricostruite attraverso il ricordo delle donne più anziane, hanno subìto delle variazioni. Il canto Sola dolente andavo è stato raccolto nel paese limitrofo di Villa Zaccheo da Cesare Bermani nel 1964.
    I canti, eseguiti monodicamente o in forma corale all’unisono, sono caratterizzati da una linea melodica con passaggi intervallari congiunti arricchiti da andamenti melismatici ascendenti e discendenti. Le strofe presentano delle variazioni - sia di cellule ritmiche che di rapporti micro-intervallari - per l'abilità vocale delle cantrici (pratica esecutiva che affonda le radici nel medioevo: contaminatio). Da rilevare, inoltre, alcune cadenze a picco di quinta discendente che aumentano l’effetto di pathos presente crescente nell'andamento ritmico senza tempo e nelle innumerevoli pause.
    La rappresentazione si svolge all’interno della chiesa medioevale dei S.S. Pietro e Andrea di Castelbasso il Venerdì Santo prima della Processione del Cristo morto.
    I personaggi, disposti nell’abside - le tre Marie, le verginelle e le sette spade da un lato e San Michele, la Fede, La Veronica e la Maddalena al centro - eseguono a turno i canti:
    Le Verginelle, canto 1: Stava Maria dolente
    S. Michele, recita: Sulla bilancia un dì terrore
    Le tre Marie, canto 2: Dal pianto si strugge
    Le sette spade, canto 3: Vi invito stuol
    la Maddalena, canto 4: Sola dolente andavo
    la Fede, canto 5: Io son quel Dio
    la Veronica, canto 6: Offre pia donna

     

  • Durata 25:41
  • Data Sabato, 23 Aprile 2011
  • Luogo Castelbasso (Comune di Castellalto)
  • Provincia Teramo
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Anonimi: voce
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Il video è stato girato a Palmoli, borgo medioevale, in Provincia di Chieti, che si erge su un colle lungo la valle del Trigno al confine con il Molise. Qui e nei paesi limitrofi si conservano i rituali di rinnovamento e di protezione legati all'Epifania, al Capodanno, a Sant'Antonio Abate e a San Sebastiano. La tradizione questuante del canto della Pasquetta ancora si svolge a Palmoli grazie alla partecipazione dei più anziani ed al coinvolgimento delle nuove generazioni.
    Il rito augurale del ritorno della nuova stagione si ripete nel territorio abruzzese, questa volta in modo quasi capillare, il 17 gennaio con i festeggiamenti di Sant'Antonio Abate.
    Il canto, il cui testo narra il cammino dei Re Magi e l'adorazione di Gesù, è eseguito omoritmicamente a due voci che muovono per terze parallele. L'accompagnamento strumentale è affidato alle fisarmoniche sorrette ritmicamente dal rullante, cembali, piatti e grancassa.

     

  • Durata 09:22
  • Data Giovedì, 04 Gennaio 1996
  • Luogo Palmoli
  • Provincia Chieti
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Compagnia di Palmoli: voci, fisarmoniche, rullante, piatti, grancassa, cembali
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    I più anziani di Colledoro, piccolo borgo poco distante da Castelli (Te), ricordano che nel 1947 il Sant’Antonio fu rappresentato da Albino Di Massimo e, sospeso poi per un decennio, è stato ripreso nel 1957. La compagnia, come da tradizione, porta per le case la rappresentazione di Sant’Antonio (unica testimonianza di forma drammatizzata nel versante teramano) iniziando la questua già alcuni giorni prima del 17 gennaio. L’ambito territoriale in cui la squadra si muove comprende i comuni di Castelli, Isola del Gran Sasso e Colledara. L’organico strumentale, di stampo bandistico, rispecchia quello diffuso nella zona sud-teramana caratterizzato da strumenti ritmici come la grancassa, il tamuro, il rullante ed i piatti che fanno da cornice all’organetto diatonico a due bassi ed alla fisarmonica.

  • Durata 08:16
  • Data Venerdì, 17 Gennaio 1997
  • Luogo Colledara
  • Provincia Teramo
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Squadra di Colledoro - attori: Gaetano Di Gaetano (Sant’Antonio), Biagio Leone e Fiorindo Leone (Eremiti), Giancarlo Di Gabriele (Diavolo), Angela De Dominicis (Angelo del Signore); suonatori: De Gregorio Michele (fisarmonica), Giovanni Cotogno (organetto), Paride Russi (organetto), Biagio De Dominicis (tamburo), Gino Amicone (rullante), Franco Di Mercurio (piatti)
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Le varie di drammatizzazione del Sant’Antonio Abate possono essere classificate in forme popolari di tradizione e forme popolari di provenienza colta. I fattori che ne determinano la collocazione nell’una o nell’altra area sono la struttura ed i contenuti tematici del testo poetico, la struttura più o meno articolata delle melodie e dell’accompagnamento musicale, l’uso degli strumenti musicali, la presenza di personaggi legati alla tradizione o d’invenzione.
    La rappresentazione della Compagnia di Cappelle, studiata e realizzata curando i minimi particolari, appartiene alla forma popolare di provenienza colta.

  • Durata 06:55
  • Data Domenica, 19 Gennaio 1997
  • Luogo Passo Cordone
  • Provincia Pescara
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Compagnia di Cappelle sul Tavo capeggiata da Romeo D'Alberto
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    La rappresentazione di Civitaquana (Pe), paese dell’area vestina, eseguita il 14 gennaio 1992 è stata allestita da Antonio Pomponio basandosi sui ricordi della rappresentazione di Roccamontepiano, suo paese di origine. La vicenda raccoglie gli elementi tematici tratti dalla Historia Sancti Antoni. La rappresentazione è composta da parti cantate dalla voce narrante (coro) e da parti recitate (scritte o improvvisate) dai vari personaggi (diversamente dalla versione di Roccamontepiano che è tutta cantata).

  • Durata 19:11
  • Data Giovedì, 16 Gennaio 2003
  • Luogo Civitaquana
  • Provincia Pescara
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Personaggi: Sant’Antonio (Renato Coletta), Antonio bambino (Massimiliano Pomponio), la madre di Antonio (Donato), l’Angelo del Signore (Giuliano Di Blasio), San Michele (Luigi Di Blasio), gli eremiti (Ivo D’Angelo, Gabriele D’Andrea, Venanzio Vericelli) il diavolo (Diego D’Angelo), l’avvocato del diavolo (Aldo Di Blasio), la bestia (Luciano Vericelli), l’angelo falso (Cristian Savini), la donna tentatrice (Marco Cerasa). La sezione vocale-strumentale è composta da Giuliano Mandrone: fisarmonica, Adriano Di Zio: flauto traverso, Franco Silverio: tamburo a frizione, Antonio Pomponio e coro: voce narrante.
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    La vicenda ed i personaggi rimandano alla Historia Sancti Antoni anche se, a differenza delle rappresentazioni di Civitaquana e di Roccamontepiano, qui mancano alcuni personaggi - come la madre di Antonio, l’avvocato del diavolo e Antonio scolaro - e le relative scene. Presenti sono, invece, le scene riguardanti le tentazioni.

  • Durata 13:40
  • Data Domenica, 16 Gennaio 2011
  • Luogo Scagnano di Caramanico
  • Provincia Pescara
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Attori: Augusto De Luca (Sant'Antonio); Andrea Ciccotelli, Federico Ciccotelli, Denni Di Fabio, Luca De Tomasis, Marco Persico (Eremiti); Giorgio Ascenzo (Donzella), Antonio Ciccotelli e Donato Ciccotelli (Diavolo); Ivan Di Fabio (Diavoletto nero), Roberto Egizi (Diavolo rosso), Giovanni Cavallucci (Diavoletto rosso); Musicisti: Gianluca Ascenzo (organetto), Nunzio Ciccotelli: tamburello
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    La rappresentazione del Sant’Antonio Abate di Roccamontepiano (Ch), attivata da Marinelli Venturino, è tratta dalla Historia Sancti Antoni e ne ripercorre i momenti più salienti. Tra le varie drammatizzazioni raccolte è di certo la più completa e fedele al poemetto medioevale a cui si ispira. Dopo il canto d’ingresso eseguito fuori scena, la voce narrante (coro) fa da prologo ed accompagnerà le varie scene anticipandone gli accadimenti. Il motivo musicale (leitmotiv) verrà intonato dai vari personaggi.
    Personaggi: Antonio bambino, la madre, l’avvocato del diavolo, San Michele, la Croce, la donzella tentatrice, l’angelo del diavolo, diavoli e diavoletti, gli eremiti e Sant’Antonio.

  • Durata 37:23
  • Data Domenica, 17 Gennaio 1993
  • Luogo Manoppello Scalo
  • Provincia Pescara
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Compagnia di Roccamontepiano
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Il video è stato girato il 16 gennaio in un centro commerciale di San Salvo in occasione di una manifestazione canora dedicata a Sant’Antonio Abate. Le Compagnie ed i cori presenti, giunti da San Salvo, Palmoli, Vasto e Fresagrandinaria, hanno eseguito il proprio canto o rappresentazione. Dal confronto, differenti risultano le modalità esecutive, i testi poetici e le musiche riconducibili ad un ambito popolare sia tradizionale che di derivazione colta.

  • Durata 23:20
  • Data Lunedì, 16 Gennaio 2006
  • Luogo San Salvo
  • Provincia Chieti
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Compagnie di San Salvo, Palmoli, Vasto, Fresagrandinaria
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Lu ciangialonë è un fuoco solstiziale ossia un simbolo solare con la funzione di proteggere la natura e le persone, di scacciare le streghe e le forze maligne nonché di purificare la terra rinnovandone la sua fertilità.
    Le musiche ed i canti sono eseguiti dai suonatori di Arsita (Te).
    Il rituale de Lu Ciangialonë nasce nel XVI secolo, con le terribili vicende dei predoni turchi e si festeggia l’ultima domenica di maggio con balli, suoni e canti attorno al gigante di fuoco. Questa tradizione è legata ad una leggenda popolare ambientata nel XIV secolo quando i Turchi, sbarcati nel porto del Cerrano di Atri e Silvi, dopo avere saccheggiato le campagne sparse, si diressero verso il borgo di Silvi. Tutta la popolazione fu chiamata a difesa, quando un giovane coraggioso di nome Leone scese dalla collina con una fascina ardente in mano e li affrontò. La fiaccola miracolosamente emanò un gran bagliore tanto che gli invasori credettero che un intero esercito fosse lì ad attenderli. Per paura di perdere il bottino conquistato, si ritirarono lasciando in salvo il paese.

  • Durata 09:40
  • Data Domenica, 25 Maggio 2008
  • Luogo Silvi Paese
  • Provincia Teramo
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Suonatori di Arsita: vocie; Gabriele Della Volpe: organetto diatonico a due bassi e voce; Claudio Cacciatore: chitarra e voce; anonimo: rullante
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Il video dedicato a Mariano Petrocco racconta la storia comune a molti abruzzesi che hanno vissuto l’emigrazione e che poi hanno fatto ritorno nel proprio paese d’origine. Mariano quando parte lascia a casa il suo organetto e, dopo una lunga assenza, al suo ritorno riprende a suonarlo riappropriandosi delle proprie radici, della propria identità culturale.

  • Durata 14:44
  • Data Domenica, 29 Novembre 1992
  • Luogo Carpineto della Nora
  • Provincia Pescara
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Mariano Petrocco: organetto a due bassi
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Fara Filiorum Petri (Ch) è situata nella vallata del fiume Foro e qui gli abitanti celebrano il Sant’Antonio Abate accendendo le farchie, grandi fasci di canne selvatiche (arundo donax) che raggiungono la circonferenza di circa un metro e l’altezza di otto. Le farchie, dodici di numero come le contrade del paese, si contraddistinguono per la loro imponenza dai fuochi accesi in questo periodo in tutto il Mediterraneo. Le farchie, secondo una leggenda locale, rappresentano il bosco di Fara che Sant’Antonio fece ardere per non permettere l’accesso in paese agli invasori francesi.
    I devoti di ciascuna contrada trainano a spalla o su mezzi a motore la propria farchia a suon di organetti e fisarmoniche nel piazzale della chiesa di Sant’Antonio. Mentre le farchie vengono innalzate da terra i suonatori eseguono il canto devozionale tratto dalla Historia Sancti Antoni conosciuto con il titolo E la donna bona cristiana. Alle prime ombre della sera si assiste ad uno spettacolo unico: le farchie iniziano ad ardere illuminando la notte ed attorno ad esse i faresi cantano e consumano in onore di Sant’Antonio vino e dolci fritti. Per la comparazione del canto si rimanda alla raccolta dedicata a Sant’Antonio Abate.

  • Durata 57:35
  • Data Mercoledì, 16 Gennaio 2008
  • Luogo Fara Filiorum Petri
  • Provincia Chieti
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Compagnie di cantori delle contrade e di Fara centro, donne di Fara, banda musicale
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    I protagonisti si alternano nelle esecuzioni di canti monodici o polifonici e suonate di musiche a ballo eseguite con l’organetto diatonico a due bassiddù bottë, e il flauto di canna detto chiuffërë. Il repertorio vocale comprende canti narrativi come ballate e storie (Il marinaioIl cacciator del boscoLa tentazioneLa CeciliaScarpette biancheLa pesca dell’anelloLa TresolinaAmor dammi quel fazzolettinoIl brigante Cuculettë), canti religiosi devozionali e di questua (Sant’Antoniola PassioneLa Madonna io l’adoroLi diasillë), canti lirici a tempo di saltarello, polca e valzer (serenate alla sposa, serenate generiche, stornelli amorosi e sentenziosi, filastrocche) canti sul lavoro del tipo a metë e a cojë la livë con l’aria alla romana. Le esecuzioni sono monodiche a tenzone o polifoniche a due voci che muovono per intervalli di terza. Tra le musiche a ballo sono stati riproposti saltarelli, polche e mazurche sia di tradizione che d’autore.
    Il documentario è parte di un progetto sul territorio di Farindola (Pe), che comprende altri video presenti nella raccolta (Lu faonë di San Giuannë e cummarë a fiurë,Lu chiuffërë), realizzato nel periodo compreso tra maggio e ottobre 2012 in occasioni indotte e in funzione. I tre video sono il risultato di un'iniziativa, FarindolaTrad, promossa dal comune di Farindola con l'intento di testimoniare visivamente le permanenze della tradizione orale ed i suoi mutamenti dando seguito, così, alla prima indagine etnomusicologia realizzata nel 1992 in cui ebbi modo di produrre un'interessante documentazione di fonti audio. Le persone intervistate, di età compresa tra i dieci ed i novanta anni (quattro generazioni), sono Gigliola Riccitelli, Rosa Anita, Carmela Dell'Orso, Alfina Frattarola, Rosina Cirone, Domenico Cirone, Bambina Miraglia, Cristoforo Lanesi, Morena Miraglia, Gaetano Miraglia, Daniele Borgheggiani, Gino Damiani, Vittorio Cardone, Antonio Riccitelli, Carlo Dell'Orso, Lucia Riccitelli, Valentina Pedante, Stefano Lacchetta, Maria Pia Di Quinzio, Moris Dell'Orso.
    Dalla ricerca è emerso che parte del repertorio - come storie, orazioni e ballate - eseguito e documentato nel 1992, si è perso e non è stato tramandato mentre i canti che permangono nella memoria delle generazioni più anziane vengono ricordati a volte in modo frammentario. Le nuove generazioni, invece, hanno acquisito un repertorio caratterizzato in parte da canti di tradizione ed in parte da musiche e canti sottoposti alla contaminazione o derivanti da altri generi come il liscio ed il folclore d'autore.

    Data: maggio-ottobre 2012

  • Durata 01:02:12
  • Luogo Farindola
  • Provincia Pescara
  • Regione Abruzzo
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Una testimonianza della persistenza a Farindola (Pe) dell'antico rituale pagano dei fuochi del solstizio d'estate che si consuma la notte di San Giovanni (24 giugno). Il sole in questo periodo dell'anno sembra fermarsi, sorgendo e tramontando sempre nello stesso punto fino al 24 giugno quando comincia a sorgere gradualmente sempre più a sud sull'orizzonte. Durante il riruale, secondo un'antica credenza, il sole (fuoco) si sposa con la luna (acqua): da qui i riti e gli usi dei faoni e della rugiada, presenti nella tradizione contadina e popolare riscontrata in molte regioni europee e nel nord Africa; così nelle contrade e nel paese di Farindola si accendono i fuochi facendo riecheggiare il suono dei corni, con funzione sia propiziatoria - in onore del sole - che purificatrice per tener lontano gli spiriti maligni e le streghe che, secondo antiche credenze, si riteneva vagassero in questa notte per le campagne alla ricerca di erbe. A Farindola il rituale si protrae in piazza dove si riuniscono gli abitanti invitati al ballo e dove si rinnova il rituale di cumbarë e cummarë a fiurë: uno scambio di fiori (lu ramajettë: piccolo ramo di fiori di sambuco o rosa selvatica o lavanda) tra due persone che, legati da amicizia, promettono di diventare compari o comare tenendosi per mano e recitando la formula: cummàre mia cummàre ’n’gi dicéme male che, se male ce dicéme, a le ’mbèrnë ci ni jiémëLu ramajettë veniva poi ricambiato il giorno di San Pietro. La festa viene animata da balli, musiche e canti che spaziano dal genere liscio alla riproposta al tradizionale. 
    Il documentario è parte di un progetto sul territorio di Farindola (Pe), che comprende altri video presenti nella raccolta (Alberi di canti e suoniLu chiuffërë), realizzato nel periodo compreso tra maggio e ottobre 2012 in occasioni indotte e in funzione. I tre video sono il risultato di un'iniziativa, FarindolaTrad, promossa dal comune di Farindola con l'intento di testimoniare visivamente le permanenze della tradizione orale ed i suoi mutamenti dando seguito, così, alla prima indagine etnomusicologia realizzata nel 1992 in cui ebbi modo di produrre un'interessante documentazione di fonti audio. Le persone intervistate, di età compresa tra i dieci ed i novanta anni (quattro generazioni), sono Gigliola Riccitelli, Rosa Anita, Carmela Dell'Orso, Alfina Frattarola, Rosina Cirone, Domenico Cirone, Bambina Miraglia, Cristoforo Lanesi, Morena Miraglia, Gaetano Miraglia, Daniele Borgheggiani, Gino Damiani, Vittorio Cardone, Antonio Riccitelli, Carlo Dell'Orso, Lucia Riccitelli, Valentina Pedante, Stefano Lacchetta, Maria Pia Di Quinzio, Moris Dell'Orso.
    Dalla ricerca è emerso che parte del repertorio - come storie, orazioni e ballate - eseguito e documentato nel 1992, si è perso e non è stato tramandato mentre i canti che permangono nella memoria delle generazioni più anziane vengono ricordati a volte in modo frammentario. Le nuove generazioni, invece, hanno acquisito un repertorio caratterizzato in parte da canti di tradizione ed in parte da musiche e canti sottoposti alla contaminazione o derivanti da altri generi come il liscio ed il folclore d'autore.

    Data: giugno 2012

  • Durata 05:42
  • Luogo Farindola
  • Provincia Pescara
  • Regione Abruzzo
  • Autore Carlo Di Silvestre

  • Genere Filmato
  • Filmato

  • Descrizione

    Un documentario dedicato a Vittorio Cardone di Pietralunga che, oltre ad essere un suonatore di ddù bottë (organetto diatonico a due bassi), si diletta nel suonare e costruire i flauti di canna (arundo donax) o d’osso di pecora denominati chiuffërë. I flauti di canna o d’osso di Vittorio, come quelli costruiti con rami di sambuco da Cristofaro Lanesi di Fiano, sono in un solo corpo, lunghi da 11 a 15 cm, e presentano quattro fori anteriori ed un foro posteriore (portavoce), un labium ed un becco il cui blocco è realizzato con la cera d’api. Le sei note presenti, non perfettamente intonate, formano una scala cromatica del tipo SI-DO-DO#-RE- RE#-MI oppure DO#-RE-RE#-MI-FA in base alla lunghezza dei vari flauti. 
    Il presente lavoro è parte di un progetto sul territorio di Farindola (Pe), che comprende altri video presenti nella raccolta (Alberi di canti e suoni e lu faonë di San Giuannë e cummarë  a fiurë), realizzato nel periodo compreso tra maggio e ottobre 2012 in occasioni indotte e in funzione. I tre video sono il risultato di un'iniziativa, FarindolaTrad, promossa dal comune di Farindola con l'intento di testimoniare visivamente le permanenze della tradizione orale ed i suoi mutamenti dando seguito, così, alla prima indagine etnomusicologia realizzata nel 1992 in cui ebbi modo di produrre un'interessante documentazione di fonti audio. Le persone intervistate, di età compresa tra i dieci ed i novanta anni (quattro generazioni), sono Gigliola Riccitelli, Rosa Anita, Carmela Dell'Orso, Alfina Frattarola, Rosina Cirone, Domenico Cirone, Bambina Miraglia, Cristoforo Lanesi, Morena Miraglia, Gaetano Miraglia, Daniele Borgheggiani, Gino Damiani, Vittorio Cardone, Antonio Riccitelli, Carlo Dell'Orso, Lucia Riccitelli, Valentina Pedante, Stefano Lacchetta, Maria Pia Di Quinzio, Moris Dell'Orso.

    Dalla ricerca è emerso che parte del repertorio - come storie, orazioni e ballate - eseguito e documentato nel 1992, si è perso e non è stato tramandato mentre i canti che permangono nella memoria delle generazioni più anziane vengono ricordati a volte in modo frammentario. Le nuove generazioni, invece, hanno acquisito un repertorio caratterizzato in parte da canti di tradizione ed in parte da musiche e canti sottoposti alla contaminazione o derivanti da altri generi come il liscio ed il folclore d'autore.

    Data: maggio-ottobre 2012

  • Durata 09:21
  • Luogo Pietralunga
  • Regione Abruzzo
  • Esecutore Vittorio Cardone
  • Autore Carlo Di Silvestre