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Archivio Sonoro

Mimmo Ferraro

Mimmo Ferraro

Le registrazioni di padre Remigio De Cristofaro, realizzate tra il settembre e l’ottobre del 1966, restituiscono una delle più ampie (forse la maggiore in assoluto per estensione geografica, contenuti e generi) raccolte di canti popolari del Gargano. Storicamente l’indagine si colloca in uno degli ultimi momenti di relativo preservamento e illibatezza della cultura locale e della musica popolare agro-pastorale dall’incontro con la cultura totalizzante di massa. La raccolta, nota agli studiosi come la “104” degli Archivi di Etnomusicologia dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, è un’incredibile testimonianza storica che ha rilevato e conservato conoscenze ed espressioni di questi luoghi oggi profondamente mutati. L’indagine di De Cristofaro partecipa alla formazione e comprensione culturale del Gargano, e della Puglia in generale, restituendo un elevato contributo storico, paragonabile al documentario girato in un paesaggio (sonoro) oramai quasi del tutto perduto. 
La raccolta si distingue per alcuni brani dal catalogo di Santa Cecilia: qui sono assenti i brani: 33 (Pampanella di viole), 57 (Ex tracta tu) e 58 (Via crucis), del catalogo di Santa Cecilia;  sono presenti invece, nella terza parte della raccolta, brani fuori dall’archivio di Santa Cecilia: 22  (Cummarë Maria Teresë), 23 (Donna biondina), 24 (A puntëcellë cë stevënë tre sorellë), 25 (Canto per il Capodanno), 26 (Canzone a San Michele), 27 (Canto per il Giovedì Santo), 28 (Canzone per padre Ferdinando Montanari), 29 (Santa Lucia), 30 (Vivo alla montagna), 31 (Affaccit’a la fënestra tu bella bimba) e 32 (Tarantella).
Molte forme musicali e di canto contenute nella raccolta sono uniche, mai registrate nè prima né dopo, rarità che permettono agli studiosi di ampliare le conoscenze e la cognizione della vastità dei repertori popolari dell’area. Gli oltre cento brani presenti si dividono in canti d’amore e di sdegno, canti di lavoro, religiosi, narrativi, ninne nanne, richiami, serenate, tarantelle e quadriglie. I luoghi indagati sono: Ischitella, Manfredonia, Mattinata, Monte Sant'Angelo, Peschici, Rignano Garganico, Rodi Garganico, San Giovanni Rotondo, San Nicandro Garganico, Vieste e Vico del Gargano, inoltre, si trovano canti e richiami raccolti dalle voci di alcuni vaccari nella Foresta Umbra.
Remigio De Cristofaro, originario di Ischitella, negli anni sessanta frequentava l’Istituto Pontificio di Musica Sacra di Roma, e nel 1966 ricevette l’incarico di effettuare una campagna di rilevazione nella sua terra d’origine dal Centro Nazionale di Musica Popolare di Roma e da Diego Carpitella. Frequenti negli anni furono anche i contatti con Roberto Leydi. Autore e compositore di messe, cantate e cori religiosi, De Cristofaro ha inoltre pubblicato due testi con l’editore Cantagalli: Siena. I canti del popolo, 1988; e  Ischitella: i canti del popolo. Album di paese, 1997.

Le registrazioni di padre Remigio De Cristofaro, realizzate tra il settembre e l’ottobre del 1966, restituiscono una delle più ampie (forse la maggiore in assoluto per estensione geografica, contenuti e generi) raccolte di canti popolari del Gargano. Storicamente l’indagine si colloca in uno degli ultimi momenti in cui la cultura locale e la musica popolare agro-pastorale non era stata ancora travolta dalla cultura di massa. La raccolta, nota agli studiosi come la “104” degli Archivi di Etnomusicologia dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, è un’incredibile testimonianza storica che ha rilevato e conservato conoscenze ed espressioni di questi luoghi oggi profondamente mutati. L’indagine di De Cristofaro partecipa alla formazione e comprensione culturale del Gargano, e della Puglia in generale, restituendo un elevato contributo storico, paragonabile ad un documentario girato in un paesaggio (sonoro) oramai quasi del tutto perduto. La raccolta si distingue per alcuni brani dal catalogo di Santa Cecilia: qui sono assenti i brani 33 (Pampanella di viole), 57 (Ex tracta tu) e 58 (Via crucis), del catalogo di Santa Cecilia; sono presenti invece, nella terza parte della raccolta, brani fuori dall’archivio di Santa Cecilia: 22  (Cummarë Maria Teresë), 23 (Donna biondina), 24 (A puntëcellë cë stevënë tre sorellë), 25 (Canto per il Capodanno), 26 (Canzone a San Michele), 27 (Canto per il Giovedì Santo), 28 (Canzone per padre Ferdinando Montanari), 29 (Santa Lucia), 30 (Vivo alla montagna), 31 (Affaccit’a la fënestra tu bella bimba) e 32 (Tarantella). 
Molte forme musicali e di canto contenute nella raccolta sono uniche, mai registrate prima né dopo, rarità che permettono agli studiosi di ampliare le conoscenze e la cognizione della vastità dei repertori popolari dell’area. Gli oltre cento brani presenti si dividono in canti d’amore e di sdegno, canti di lavoro, religiosi, narrativi, ninne nanne, richiami, serenate, tarantelle e quadriglie. I luoghi indagati sono: Ischitella, Manfredonia, Mattinata, Monte Sant'Angelo, Peschici, Rignano Garganico, Rodi Garganico, San Giovanni Rotondo, San Nicandro Garganico, Vieste e Vico del Gargano, inoltre, si trovano canti e richiami raccolti dalle voci di alcuni vaccari nella Foresta Umbra.
Remigio De Cristofaro, originario di Ischitella, negli anni sessanta frequentava l’Istituto Pontificio di Musica Sacra di Roma, e nel 1966 ricevette l’incarico di effettuare una campagna di rilevazione nella sua terra d’origine dal Centro Nazionale di Musica Popolare di Roma e da Diego Carpitella. Frequenti negli anni furono anche i contatti con Roberto Leydi. Autore e compositore di messe, cantate e cori religiosi, De Cristofaro ha inoltre pubblicato due testi con l’editore Cantagalli: Siena. I canti del popolo, 1988; e  Ischitella: i canti del popolo. Album di paese, 1997.

La raccolta comprende brani registrati da N. Giammaruco nel 1974 a Martano (tracce 1-5) e a Castrignano dei Greci (tracce 6, 21) e registrazioni più recenti, realizzate da Antonio De Vito nel 2000 a Martano (tracce 7-15) e a Corigliano d'Otranto (tracce 16-20). Si tratta in tutti i casi di canti a cappella a una voce maschile o femminile, occasionalmente a più voci, per lo più eseguiti in lingua grika. Il tema è variabile: dai canti amorosi agli stornelli, fino alle cantiche tipiche del periodo pasquale (tracce 15, 20) o natalizio (traccia 18). Tutti i brani provengono dall'area della Grecìa Salentina e fanno parte della tradizione orale della zona o del repertorio dei brani d'autore in lingua grika (tracce 14, 19).

Una serie di registrazioni effettuate il 17 aprile 1987, durante la processione del Venerdì Santo a Manduria: si tratta per lo più di brani religiosi e di frammenti contenenti i suoni di alcuni strumenti tipici della tradizione legata alle festività pasquali inseriti nel paesaggio sonoro della festa.
Con una suggestiva “Processione dei Misteri”, anche a Manduria la sera del Venerdì Santo si celebra la passione di Cristo. Durante le festività pasquali, i suoni della tradizione scandiscono le tappe delle lunghe processioni che accompagnano le effigi dei misteri: le marce funebri eseguite dalla banda musicale del paese, i canti liturgici, l'annuncio della passione con strumenti popolari come le raganelle o le troccole di legno.

Giovedì, 07 Giugno 2018 12:14

000 M. Biasi, Salento (Puglia 13, 18BD488)

La raccolta contiene un ampio repertorio di brani registrati in data sconosciuta nel basso Salento. Per la maggior parte delle tracce non sono indicati la località di registrazione (se si eccettuano i canti 25 e 26 raccolti a Maglie) e soprattutto i nomi degli esecutori. 
Si tratta di una serie piuttosto composita di ninne nanne, filastrocche, rime e canti a una o più voci, soprattutto femminili, facenti parte della tradizione salentina e in taluni casi mutuati da repertori tipici di altre aree geografiche del Paese.

La raccolta contiene otto brani registrati a San Giovanni Rotondo nel 1968 che documentano due degli interpreti più straordinari della cultura musicale locale, Domenico Rinaldi (chitarra battente e voce) e Luigi Longo (voce e flauto a becco di canna). Sono eseguiti alcuni testi d’amore e ironici (strapulettë) sulle forme musicali della cannëllesë (forma in minore) e della muntanarë (forma in maggiore). Inoltre, la raccolta contiene un’esecuzione della leccëseddë o sunettë (parte centrale della serenata di San Giovanni Rotondo dove si eseguiva un canto a distesa melismatico), e una canzone popolare (Zia monnëca) eseguita da Rinaldi.

Raccolti quasi in contemporanea alle riprese de Il messiadi Luigi Di Gianni,  i canti che troviamo ordinati in questa raccolta furono rilevati all’interno della piccola ed anomala comunità degli Ebrei di San Nicandro Garganico, fondata da Donato Manduzio (San Nicandro 1885-1948) e composti tra il 1930 ed il 1945. Nella Storia dell'Ebraismo di Puglia la vicenda di questa piccola comunità neo-ebraica ha suscitato spesso l'interesse di numerosi storici, tra i quali di recente Hobsbawm
Donato Manduzio era un bracciante tornato invalido dalla prima guerra mondiale, con doti di guaritore e cantastorie e un fortissimo interesse per i temi della religione. Leggendo la Bibbia infatti, nel 1930 si convinse della necessità di seguire il Dio d'Israele e la Legge di Mosé, ritenendo però gli Ebrei scomparsi da secoli. 
Un gruppo di adepti formò quindi la comunità che si sviluppò intorno a Manduzio, con un profondo attaccamento alle cose ebraiche e al culto del Dio d'Israele, osservando il riposo del sabato e nelle feste, e i digiuni prescritti dalla Torà. La comunità crebbe e sviluppò una propria letteratura poetica e musicale, in lingua italiana, con evidenti riferimenti alle scritture ebraiche da cui prende spunto. 
Nel 1964 Leo Levi (Casale Monferrato 1912 – Gerusalemme 1982), musicologo e ricercatore italo-israeliano, che tra il 1954 ed il 1962 procedette per primo ad una classificazione dei canti in uso presso le comunità ebraiche italiane, effettuò una serie di registrazioni presso la comunità di San Nicandro Garganico. Il repertorio musicale degli Ebrei sannicandresi (circa 150 canti, prevalentemente inni e canti scritti dallo stesso Donato-Levi-Manduzio, Concetta Di Leo, Maria Frascaria) costituisce attualmente un unicum di inestimabile valore della tradizione popolare e religiosa pugliese ancora sconosciuto nel panorama culturale e musicale italiano. 
Leo Levi, riferendosi ai canti già raccolti anni prima dai sannicandresi trasferitisi in Israele (Acc. Naz. Di S. Cecilia, Raccolta 134a, Leo Levi, 1952-1959), così li descrive: “I proseliti di San Nicandro Garganico si eran creati, per le loro funzioni religiose ebraizzanti, un ampio innario, ricchissimo di sincere ispirazioni religiose, dettate loro dalla lettura della Bibbia e - forse - dall'esempio delle comunità protestanti-pentacostali. Il linguaggio vi è l'italiano dei canti popolari meridionali (in fine di verso vale, p. es., l'assonanza e non la rima); i ritmi e le melodie sono in parte tolte a canti popolari pugliesi, in parte composte su quello stile: anche qui possiamo cogliere "al vivo" il passaggio dal canto popolare al canto religioso: ciò che è avvenuto nel 1932-48 a S. Nicandro, è avvenuto a Venezia tre secoli fa”.
Con ogni probabilità la presenza della raccolta nell'archivio di Leydi è da riferire alla sua curatela di Leo Levi, Canti tradizionali e tradizioni liturgiche. Ricerche e studi aulle tradizioni musicali ebraiche e sui loro rapporti con il canto cristiano 1954-1971, pubblicato dalla LIM nel 2002.

Alcune rilevazioni fatte dall’etnolinguista Glauco Sanga nell’agosto 1972 a Cerignola e Stornarella nel Tavoliere delle Puglie, documentando canzoni, filastrocche e ninne nanne, in parte pubblicate nel libro “Il linguaggio del canto popolare” (Milano-Firenze 1979). I quattro brani registrati a Stornarella sono canti religiosi per la Passione della Settimana Santa che rientravano nella ricerca condotta da Sanga su Domenico Masselli  e il suo culto millenaristico, analizzato nel testo “Il peso della carne. Il culto millenaristico di Domenico Masselli di Stornarella” (Brescia, Grafo, 1979): su Maselli erano tornati anche Barbati, Mingozzi e Rossi nella terza puntata di Sud e magia.

Nel Fondo Leydi i documenti sonori ricavati dai nastri PUGLIA 16, 17, 18 e 19 (conservati ora nel Centro di Dialettologia ed Etnologia di Bellinzona) fanno parte di due selezioni delle registrazioni effettuate dal 1976 al 1978 da Giovanni Rinaldi e Paola Sobrero, sia nel periodo in cui operavano come freelance sia in quello nel quale lavoravano con il sostegno della Biblioteca Provinciale di Foggia nell’ambito del progetto Archivio della Cultura di Base.       
Di queste selezioni, curate dagli stessi autori, furono allestite due copie su nastro magnetico: una destinata a Roberto Leydi e l’altra per l’Archivio Rinaldi. Il set di nastri era composto da tre bobine: due denominate 'CAPITANATA' (che comprendeva le aree territoriali del Gargano, del Tavoliere e del Subappennino) e l’altra denominata ‘MINERVINO MURGE’. Furono proposte a Roberto Leydi (allora docente di etnomusicologia al Dams di Bologna dove studiavano Rinaldi e Sobrero) in vista di possibili pubblicazioni tematiche nella collana Albatros. Nella raccolta CAPITANATA erano distribuiti in sequenza documenti sonori quali ninna nanne, canti narrativi e cumulativi, canti di lavoro, canti sociali e di argomento storico politico, canti rituali, di questua e religiosi, tarantelle; nella raccolta MINERVINO MURGE canti narrativi, canti di lavoro, canti sociali e d’argomento storico politico.
Roberto Leydi duplicò a sua volta le tre bobine ricevute da Rinaldi, rispettando la distribuzione originaria dei contenuti, in 5 nastri dedicati alla Puglia: Puglia 16, Puglia 17, Puglia 18, Puglia 19 e Minervino Murge. Nei primi quattro nastri incluse anche i brani della raccolta ‘Minervino Murge’. Nel quinto nastro duplicò nuovamente l’intera raccolta ‘Minervino Murge’, forse in vista di un disco specifico dedicato a questo territorio più ristretto. 
Tutte le registrazioni sono state realizzate da Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo dal 1977 al 1978 a Biccari, Celenza Valfortore, Cerignola, Chieuti, Minervino Murge, Orsara di Puglia, San Nicandro Garganico, San Marco La Catola, San Severo. Ci sono anche alcuni documenti registrati da altri ricercatori (Giuseppe Di Benedetto per Biccari e Francesco Solimando per San Nicandro Garganico), ma acquisite da Rinaldi e Sobrero. 
Di seguito il contenuto del Nastro PUGLIA 16, con la collocazione dei singoli documenti presenti nell'Archivio Sonoro Puglia nelle Raccolte del Fondo Rinaldi. 

01 E lu jurne vutta vutta
in Fondo Rinaldi Raccolta Minervino Murge 06

02 Ué bella bell' ce vu venì alla vigna
in Fondo Rinaldi Raccolta Minervino Murge 07

03 Jalziti lu capille ca mó ti cala
in Fondo Rinaldi Raccolta Minervino Murge 08

04 'Ntrapananella addó si stata
in Fondo Rinaldi Raccolta Minervino Murge 09

05 Ai cuma gann'
in Fondo Rinaldi Raccolta Incoronata 101

06 Ij passe e sembe passe
in Fondo Rinaldi Raccolta Incoronata 102

07 Sciame alla Puglia u 'rane stij ammature
in Fondo Rinaldi Raccolta Incoronata 133

08 Mietetore ca sciate metenne
in Fondo Rinaldi Raccolta Incoronata 134

09 E patreune ve la pigghje e ve la pigghia
in Fondo Rinaldi Raccolta Incoronata 135

10 Meizza leir' la mitt teu
in Fondo Rinaldi Raccolta Incoronata 136

11 Tenga nu curtelluzz
in Fondo Rinaldi Raccolta Incoronata 137

12 Mareteme alla Puglia e ij allu letto
in Fondo Rinaldi Raccolta Minervino Murge 10

13 Lu chianda di la guide ué
in Fondo Rinaldi Raccolta Minervino Murge 11

14 Margareita la cerrout' ce brutta nouv o'veute
in Fondo Rinaldi Raccolta Minervino Murge 12

15 E quann'u soul'je' fatt' russe
in Fondo Rinaldi Raccolta Minervino Murge 13

16 E lu jurne de la Madonna
in Fondo Rinaldi Raccolta Minervino Murge 14

17 E iatte e iatte e iatte
in Fondo Rinaldi Raccolta Minervino Murge 15

18 Ma chi sta guerr' stanne cundind'
in Fondo Rinaldi RaccoltaMinervino Murge 16

19 Totte re fimmene ca vonne a spuchelà
in Fondo Rinaldi Raccolta Minervino Murge 17

20 Ce tine a pen'o core s'l'a da fa passaje (Sull'aria di Bandiera Rossa)
in Fondo Rinaldi Raccolta Minervino Murge 18

21 Mo' n'ascennimme da li capecine (Sull'aria di Bandiera Rossa)
in Fondo Rinaldi Raccolta Minervino Murge 19

22 Olie e petrolie
in Fondo Rinaldi Raccolta Minervino Murge 20

Nel Fondo Leydi i documenti sonori ricavati dai nastri PUGLIA 16, 17, 18 e 19 (conservati ora nel Centro di Dialettologia ed Etnologia di Bellinzona) fanno parte di due selezioni delle registrazioni effettuate dal 1976 al 1978 da Giovanni Rinaldi e Paola Sobrero, sia nel periodo in cui operavano come freelance sia in quello nel quale lavoravano con il sostegno della Biblioteca Provinciale di Foggia nell’ambito del progetto Archivio della Cultura di Base.       
Di queste selezioni, curate dagli stessi autori, furono allestite due copie su nastro magnetico: una destinata a Roberto Leydi e l’altra per l’Archivio Rinaldi. Il set di nastri era composto da tre bobine: due denominate 'CAPITANATA' (che comprendeva le aree territoriali del Gargano, del Tavoliere e del Subappennino) e l’altra denominata ‘MINERVINO MURGE’. Furono proposte a Roberto Leydi (allora docente di etnomusicologia al Dams di Bologna dove studiavano Rinaldi e Sobrero) in vista di possibili pubblicazioni tematiche nella collana Albatros. Nella raccolta CAPITANATA erano distribuiti in sequenza documenti sonori quali ninna nanne, canti narrativi e cumulativi, canti di lavoro, canti sociali e di argomento storico politico, canti rituali, di questua e religiosi, tarantelle; nella raccolta MINERVINO MURGE canti narrativi, canti di lavoro, canti sociali e d’argomento storico politico.
Roberto Leydi duplicò a sua volta le tre bobine ricevute da Rinaldi, rispettando la distribuzione originaria dei contenuti, in 5 nastri dedicati alla Puglia: Puglia 16, Puglia 17, Puglia 18, Puglia 19 e Minervino Murge. Nei primi quattro nastri incluse anche i brani della raccolta ‘Minervino Murge’. Nel quinto nastro duplicò nuovamente l’intera raccolta ‘Minervino Murge’, forse in vista di un disco specifico dedicato a questo territorio più ristretto. 
Tutte le registrazioni sono state realizzate da Giovanni Rinaldi, Paola Sobrero, Alberto Vasciaveo dal 1977 al 1978 a Biccari, Celenza Valfortore, Cerignola, Chieuti, Minervino Murge, Orsara di Puglia, San Nicandro Garganico, San Marco La Catola, San Severo. Ci sono anche alcuni documenti registrati da altri ricercatori (Giuseppe Di Benedetto per Biccari e Francesco Solimando per San Nicandro Garganico), ma acquisite da Rinaldi e Sobrero. 
Di seguito il contenuto del Nastro PUGLIA 16, con la collocazione dei singoli documenti presenti nell'Archivio Sonoro Puglia nelle Raccolte del Fondo Rinaldi. 

01 Tre parte de lu munne aggie camenate 
in Fondo Rinaldi Raccolta Capitanata 30

02 È na massaria nova
in Fondo Rinaldi Raccolta Capitanata 31

03 Jore nesciune vo' ca lu munne jard' tand'
in Fondo Rinaldi Raccolta Capitanata 32

04 Canto alla Madonna di Ripalta
in Fondo Rinaldi Raccolta Capitanata 33

05 O Imperatrice del ciel palma fiorita
in Fondo Rinaldi Raccolta Incoronata 058

06 Sentite cari signori se mi ascoltate (Evviva Maria)
in Fondo Rinaldi Raccolta Incoronata 062

07 Canto a San Matteo
in Fondo Rinaldi Raccolta Capitanata 34

08 E nnu ch'ame arruate ind'a stu paisand'
in Fondo Rinaldi Raccolta Capitanata 35

09 Tarantella
in Fondo Rinaldi Raccolta Incoronata 048

10 Nie ueilí nachegliete negnelettí (Canto in albanese)
in Fondo Rinaldi Raccolta Capitanata 36

11 Facitele abballa' sti duje vagliune
in Fondo Rinaldi Raccolta Capitanata 37

12 Chi è chi è che buss dietr'a la porta del mio porton (Cecilia)
in Fondo Rinaldi Raccolta Minervino Murge 01

13 Signore capitane e aggiusta lu lettine (Cecilia)
in Fondo Rinaldi Raccolta Minervino Murge 02

14 Come debbo far a cantarla a trovarla da munachella
in Fondo Rinaldi Raccolta Incoronata 104

15 Necola Morra ch' guardiane faceve
in Fondo Rinaldi Raccolta Incoronata 131

16 Ai zennennand' nun aveva cume feie
in Fondo Rinaldi Raccolta Minervino Murge 03

17 E cenzella la berafatt'
in Fondo Rinaldi Raccolta Minervino Murge 04

18 O Rituccia bella Rituccia
in Fondo Rinaldi Raccolta Minervino Murge 05

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