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Archivio Sonoro

Mimmo Ferraro

Mimmo Ferraro

Venerdì, 08 Giugno 2018 10:52

000 Niceta Petrachi detta la Simpatichina

Niceta Petrachi mi è stata segnalata dalla mia amica Rina Durante che la conosceva da molto tempo essendo entrambe di Melendugno. Mi ha dato appuntamento per la registrazione dei canti in una casa sita in un suo podere nei pressi di San Foca (frazione di Melendugno). Là saremmo stati più tranquilli senza subire disturbi e interruzioni. Io ci sono andato con Luigi Chiariatti il quale avrebbe portato il suo registratore nuovo perché il mio era in riparazione. Era un Uher come il mio, ma il suo era stereofonico. Con noi è venuto anche l’amico Roberto Licci del Canzoniere grecanico salentino. Aveva con sé la chitarra.
Niceta, detta Teta, era una donna piena di spirito e vivacità. Allegra. Quando parlava la sua voce, come accade a quasi tutti i contadini abituati ai grandi spazi e quindi alla necessità di alzare la voce per farsi sentire, era di due ottave sopra la norma.
Due cose ricordo molto bene di quella sessione di registrazione. La prima che Teta non gradiva che Roberto suonasse la chitarra. Non voleva essere ingabbiata in un tempo preciso ma rimanere libera di andare con la voce dove voleva e con il tempo che voleva e per quanto voleva.
La seconda che abbiamo avuto molta difficoltà a piazzare il microfono davanti a lei come si fa con tutti quando si registra. Comunque veniva sistemato la voce di Teta "sparava" sempre. Abbiamo finito per farglielo scendere sopra la  testa dall’alto di un ramo intorno al quale lo avevamo fissato.
La sua voce era veramente unica.
Le registrazioni presenti in questo archivio e quelle fatte da altri ricercatori in seguito non le rendono assolutamente merito. Per questa ragione pensai allora  di parlare con Sciascia, l’editore di Albatros, per farle fare un intero disco ben registrato in studio. Mi disse di sì non appena ebbe ascoltato alcune canzoni cantate da questa donna nel pieno della vitalità e delle forze. Sciascia era entusiasta della voce di Niceta Petrachi ed era disposto anche a retribuirla bene pur di avere un suo disco nella collezione. Quando glielo riferii lei era lusingata da tutto questo ma niente di più. Con una certa tristezza mal dissimulata mi disse che non l’avrebbe fatto. Non fui capace a convincerla. Lasciai passare un po’ di giorni e poi tornai nuovamente all’attacco. Anche Rina, da me pregata, fece lo stesso. In un certo momento mi parve che stesse per cedere… ma poi niente. Quel lampo che notai passare nei suoi occhi quando gliene parlai per la prima volta mi parve ritornare. Perché? A quel tempo Teta aveva un fidanzato che era geloso e lei forse non voleva assolutamente dispiacergli, contrariarlo. Era per questo? Chissà! La forza dell’amore forse le ha cambiato il destino.
Stare con lei per le ore della registrazione in quel giorno d’agosto è stato per me un piacere indimenticabile.
Mi ha fatto solo una richiesta, ricordo. Nei dischi in cui dovevano essere pubblicate le canzoni da lei cantate bisognava assolutamente usare la dizione: Niceta Petrachi detta la Simpatichina. Così le sue amiche la chiamavano e così ha preteso di essere chiamata. E così oggi tutti la chiamano e la conoscono.

Venerdì, 08 Giugno 2018 10:47

000 Moroloja

Chiarire in poche parole questo genere di canto è opera estremamente difficile. Dirò solo che è un "canto di pianto" come disse Euripide nell’Ecuba. E’ il canto cioè che intonano le lamentatrici funebri, le prefiche, davanti alla bara in cui è sistemato il defunto. Il termine morolòja è greco ed è formato da due elementi mòira "destino" e logos (discorso) quindi: discorso sul destino sembra essere il suo significato letterale.
I lamenti, dal punto di vista strettamente letterario, sono dei componimenti a modulo che la lamentatrice ricrea al momento dell’esecuzione pescandoli nella propria memoria culturale insieme a formule e temi e assemblandoli a seconda delle circostanze, al sesso e al grado di parentela del defunto con i committenti. La prefica non riproduce mai i testi del lamento così come li ha ricevuti. Il suo lavoro un tempo era retribuito. Oggi le lamentatrici, dette anche rèpute non esistono più. Qui sono presenti otto lamenti sia in lingua grica del Salento sia in dialetto romanzo (per un approfondimento su questo genere di canti si veda: Brizio Montinato, Canti di pianto e d’amore dall’antico Salento, Bompiani, Milano 2004).

Venerdì, 08 Giugno 2018 10:45

000 Invocazioni, filastrocche, brindisi

Le invocazioni e le filastrocche variamente rimate e fortemente cadenzate sono ai confini tra il canto e la parola. I brindisi, spesso improvvisati, sono delle espressioni augurali che vengono rivolte in occasioni festive ai protagonisti di un evento: sposi, ospiti di un pranzo ecc. Spesso ambiscono al comico ma se non riusciti suscitano l’ilarità e lo sberleffo dei presenti.

Venerdì, 08 Giugno 2018 10:38

000 Gli Ucci di Cutrofiano

Gli Ucci di Cutrofiano sono stati contattati dal mio collaboratore, Luigi Chiriatti, che possedeva un talento particolare nel farsi ascoltare dai nostri informatori, quasi tutti contadini o artigiani. Avevano infatti lo stesso stigma. Era come se si riconoscessero ed, essendo uguali, si mettessero volentieri a disposizione. Una vera fortuna.
Ai tempi delle registrazioni da me effettuate gli Ucci non costituivano un gruppo formalizzato, erano soltanto un gruppo di amici che amavano cantare e che si ritrovavano di tanto in tanto, a seconda delle occasioni, ad esprimere questa abitudine che stava diventando una vera e propria passione. 
Le voci di Bandello e Aloisi erano molto speciali. Poi, seguendo ognuno il proprio carattere, presero strade differenti. Quella di Aloisi la conosciamo a sufficienza a causa della sua estroversione.
Ascoltando le loro esecuzioni si ha un panorama molto vasto e definito delle modalità di esecuzione dei vari generi di canto della tradizione.

Giovedì, 07 Giugno 2018 23:36

23 Intervista a Luigi Lapadula (VI parte)

Giovedì, 07 Giugno 2018 23:29

22 Intervista a Luigi Lapadula (V parte)

Giovedì, 07 Giugno 2018 23:22

21 Intervista a Luigi Lapadula (IV parte)

Giovedì, 07 Giugno 2018 23:19

20 Intervista a Luigi Lapadula (III parte)

Giovedì, 07 Giugno 2018 22:59

19 Mamma mia manname na zìta (cilentana)

Giovedì, 07 Giugno 2018 22:51

18 Novena

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