
Mimmo Ferraro
000 Serafina Amoruso, Maria Grazia Cavuoto, Scafati 1985
Indagine condotta da Serafina Amoruso e Maria Grazia Cavuoto a Scafati (SA) il 19 maggio 1985 in occasione della Festa della Madonna dei Bagni (per le notizie storiche legate al culto si rimanda alla raccolta A. Rossi, E. Bassano, Scafati 1974) durante la rassegna sulla cultura popolare 'O Carrettone 'e Vagneorganizzata a partire dal 1982 da Giuseppe Dionisio (detto Peppino), di professione operatore sanitario, originario di Scafati e molto attivo fin dagli anni '70 nella riscoperta e tutela delle tradizioni del suo paese, a cominciare dalla propria partecipazione al gruppo di folk-revival Proposta Popolare, nato a Scafati nel 1977, che comprendeva sia esponenti della tradizione contadina (tra questi tre figure emblematiche: Giovanni Del Sorbo detto 'O Monaco, Vincenzo Pepe detto 'A pizzaiola e Antonio Torre detto 'O cianco) che giovani studenti, operai e professionisti (per un approfondimento si rinvia a Giuseppe Dionisio, Il Volto della tradizione–Riti e tammurriate nella festa di Bagni, Labirinto edizioni, 2003).
Le tracce documentano un ballo sul tamburo con scacciapensieri, tamburo a cornice, aerofono ad ancia libera e tamburo a frizione (brano 01), un ballo sul tamburo con tamburo a cornice e castagnette (brano 02), due canti sul tamburo con sola voce maschile (brano 03 e 05), con due voci maschili alternate (brani 04 e 07) e con diverse voci maschili (brano 06). Inoltre è testimoniato l'uso del triccaballacche (brano 03) e del doppio flauto (brano 06).
000 Serafina Amoruso, Maria Grazia Cavuoto, Scafati 1985
Indagine condotta da Serafina Amoruso e Maria Grazia Cavuoto a Scafati (SA) il 19 maggio 1985 in occasione della Festa della Madonna dei Bagni (per le notizie storiche legate al culto si rimanda alla raccolta A. Rossi, E. Bassano, Scafati 1974) durante la rassegna sulla cultura popolare 'O Carrettone 'e Vagneorganizzata a partire dal 1982 da Giuseppe Dionisio (detto Peppino), di professione operatore sanitario, originario di Scafati e molto attivo fin dagli anni '70 nella riscoperta e tutela delle tradizioni del suo paese, a cominciare dalla propria partecipazione al gruppo di folk-revival Proposta Popolare, nato a Scafati nel 1977, che comprendeva sia esponenti della tradizione contadina (tra questi tre figure emblematiche: Giovanni Del Sorbo detto 'O Monaco, Vincenzo Pepe detto 'A pizzaiola e Antonio Torre detto 'O cianco) che giovani studenti, operai e professionisti (per un approfondimento si rinvia a Giuseppe Dionisio, Il Volto della tradizione–Riti e tammurriate nella festa di Bagni, Labirinto edizioni, 2003).
Le tracce documentano un ballo sul tamburo con scacciapensieri, tamburo a cornice, aerofono ad ancia libera e tamburo a frizione (brano 01), un ballo sul tamburo con tamburo a cornice e castagnette (brano 02), due canti sul tamburo con sola voce maschile (brano 03 e 05), con due voci maschili alternate (brani 04 e 07) e con diverse voci maschili (brano 06). Inoltre è testimoniato l'uso del triccaballacche (brano 03) e del doppio flauto (brano 06).
000 Roberto Palmieri, Cusano Mutri, Tocco Caudio, Cautano 1983-1988
Indagine realizzata da Roberto Palmieri a Cusano Mutri, Tocco Caudio e Cautano, tre comuni in provincia di Benevento, in un periodo compreso tra il 1983 ed il 1988. Le diverse tracce (ad eccezione delle ultime quattro che documentano canti con voci femminili registrati a Cautano nel 1983 e nel 1988) contengono esecuzioni al flauto doppio, strumento antichissimo e diffuso già nel mondo greco-romano, con due canne indipendenti e di lunghezze differenti: una è chiamata femmina (a quattro fori) e l'altra maschio (a tre fori) e insieme simboleggiano l'unione sessuale, l’origine della vita. Gli esecutori propongono melodie che accompagnano canti di questua e devozionali; il ricercatore documenta le medesime sonate eseguite da più interpreti, o dallo stesso suonatore in momenti o con stumenti diversi.
Tra le pubblicazioni di Roberto Palmieri si citano Il doppio flauto in Campania (Università degli studi di Bologna, Dipartimento di musica e spettacolo, 1986) e Il colascione sopravvissuto, frutto della collaborazione con Giuliana Fugazzotto (Orpheus, 1994).
000 Roberto Leydi, Santa Maria a Vico 1989
Registrazioni in casa Savinelli, famiglia di suonatori e costruttori di zampogne a chiave e ciaramelle di Santa Maria a Vico, località a cavallo tra il casertano e il Sannio, e punto di riferimento per i musicisti della regione. Principale interlocutore è Vincenzo Savinelli (1907-1993), rinomato e abilissimo costruttore, che tra cenni autobiografici riferisce particolari circa la morfologia e la costruzione della zampogna a chiave tipica della zona. Particolarmente interessante si rivela la pratica del nonno, suo omonimo, di eseguire una sonata per zampogna sola e, contemporaneamente, far ballare dei burattini legati alle sue gambe. Alcuni esempi di novena natalizia e ballate vengono suonati in coppia con il figlio Giovanni.
000 Mimma Cuocco, Acerra 1983
Indagine realizzata da Mimma Cuocco ad Acerra (Na) nel 1983. Esecuzioni per sola voce femminile di ninne nanne (brani 01, 02, 09, 10), canzonette (03, 04), orazioni per santi (brani 05 e 06), filastrocche o cantilene (brani 08 e 11) e un frammento della canzona napoletana Torna Maggio (brano 07). Diverse sono le cantore documentate, di cui non si conoscono però le generalità, in alcuni casi si tratta chiaramente di giovani donne.
000 Giuseppe Lando, Guardia Sanframondi 1984
Padre Giuseppe Lando, parroco del Santuario dell'Assunta a Guardia Sanframondi, viene intervistato (brano 01) da una donna riguardo allo svolgimento e la preparazione dei riti settennali che si svolgono nella cittadina beneventana. Il padre parla a lungo della preparazione spirituale, delle procesioni rionali, dei battenti e di altri aspetti che riguardano il paese ed il rito. Lo stesso canta poi con Pasqualina Tessitore due canti devozionali (brani 02-03), tra cui l'antico S'è sposta Maria, la nostra avvocata (brano 03) tradizionalmente intonato dal popolo al momento dell'apertura della lastra della Madonna dell'Assunta custodita nel santuario e che un tempo, insieme alle litanie e al suono dei campanelli, costituiva l'unica colonna sonora dei riti settenali. Oggi invece ciascuno dei quattro rioni coinvolti (Croce, Portella, Fontanella e Piazza) ha un proprio coro che prepara tre canti utilizzati solo in occasione di queste celebrazioni: per la processione di penitenza e di comunione e per l'apertura della lastra.
000 Giovanni Cocca, Molinara, San Marco dei Cavoti, Velino
Giovanni Cocca conduce una ricerca sul flauto diritto zeppato di canna in tre comuni della provincia di Benevento: Molinara, San Marco dei Cavoti e Velino. La data delle registrazioni non viene indicata. Il flauto diritto zeppato di canna è uno strumento di facile costruzione: da una canna di Arundo donax (la più comune e diffusa, molto dura e resistente), più raramente di bambù, si ricava il becco e quattro, sei o otto fori digitali nella parte superiore e uno o due nella parte inferiore. Strumento di origine pastorale (fedele compagno delle lunghe ore trascorse in solitudine dal pastore durante il pascolo), verrà poi impiegato diffusamente in contesti urbani in coppia con strumenti ritmici (tamburi). Tarantelle, saltarelli, mazurke, sonate e canzoni sono eseguite al flauto diritto zeppato di canna da Pasquale Pratino, Giacomo Costantini, Donato De Cozzo e Domenico Tozzi.
000 Domenico Cozzolino, Gino Toraccio, Tardiano 1985
La raccolta documenta l'esecuzione di un composito repertorio eseguito da zampogna e ciaramella suonate alternativamente da Rocco e Antonio Radesca: tarantelle e musiche legate al ciclo del natale o a contesti di carattere rituale, come le processioni, ma anche un innesto di derivazione popular adattato ai codici stilistici e all'impianto modale che caratterizza i due strumenti.
La registrazione, con ogni probabilità, è stata effettuata al di fuori dei contesti di carattere festivo, in occasione di un'esecuzione concordata con i ricercatori.
000 Domenico Cozzolino, Gino Toraccio, Sant’Anastasia 1984
Documenti sonori raccolti nel 1984 in una località non specificata: le note dei ricercatori fanno riferimento al pellegrinaggio del lunedì dell'Angelo (detto localmente lunedì in albis) presso il santuario della Madonna dell'Arco a Sant'Anastasia (Na), tuttavia l'assenza di qualunque rumore di fondo riconducibile al paesaggio sonoro festivo, la presenza del riverbero tipico di un luogo chiuso e le esecuzioni vocali seguite da ampie considerazioni sui repertori, fanno pensare che la registrazione non colga il momento processionale in azione ma che sia stata condotta in un contesto predisposto allo scopo. Si desume la presenza di diversi esecutori che si alternano nel canto, sulla cui identità non restano molte informazioni: forse si tratta di battentidevoti alla Madonna dell'Arco, così indurrebbe a ritenere l'esecuzione della voce di questua Chi è devoto (traccia 01); di certo sappiamo che uno di loro ha appreso un vasto repertorio di canti sul tamburo, fronne e canti a figliola nella frequentazione di feste religiose (la festa della Madonna dei Bagni a Scafati e quella della Madonna delle Galline a Pagani), occasioni in cui tali repertori vengono eseguiti abitualmente dalle cosiddette paranze di cantori e musicisti che arrivano da diversi paesi campani per l'occasione (traccia 03). La seconda traccia documenta l'esecuzione di un canto a figliola, la terza due canti sul tamburo; infine la traccia 05 l'esecuzione di una brevissima gara di fronne, su cui vengono espresse preliminarmente alcune considerazioni (traccia 04).
000 Domenico Cozzolino, Gino Toraccio, Sala Consilina 1985
Documenti sonori raccolti il lunedì dell'Angelo del 1985 a Sala Consilina, località del Vallo di Diano (Sa), in occasione della festa della Madonna di Castello (anche detta Madonna della Consolazione). Questo particolare culto mariano, che localmente riveste un'importanza seconda solo al culto del santo patrono, San Michele Arcangelo, prevede due distinti momenti di carattere festivo e rituale: la statua della Madonna di Castello infatti, secondo una pratica affine ad altri culti mariani regionali e connotata da elementi precristiani legati al ciclo stagionale, viene tenuta durante l'inverno in un piccolo santuario di montagna e in primavera, il lunedì dell'Angelo, trasportata in processione fino alla cappella del Castello Normanno, dove rimane nei mesi estivi, per poi essere riportata presso il santuario il 15 settembre con una seconda processione. Entrambe le occasioni prevedono il rito processionale e lo sparo del gallo, la distruzione rituale di un fantoccio in forma di gallo. La raccolta, fatta eccezione per la prima traccia, una tarantella con l'organetto, documenta il paesaggio sonoro festivo e il repertorio di sonate processionali per zampogna e ciaramella.