
Mimmo Ferraro
000 Roberto Leydi, Diego Carpitella, Nicola Jobbi, Cerqueto di Fano Adriano 1966
È il 30 dicembre del 1966 quando Roberto Leydi e Diego Carpitella arrivano a Cerqueto di Fano Adriano, un piccolo paese di pastori a ridosso del Gran Sasso. Sono accompagnati per l’occasione da Alberto Negrin, giovane regista del Piccolo Teatro di Milano, assistente di Giorgio Strehler; assieme preparano lo spettacolo Sentite buona gente. Sono reduci da una campagna di ricerca nell’Aretino, finalizzata alla costruzione dello spettacolo ormai imminente, e vengono assieme dalla Toscana. Il nastro Toscana 20/Abruzzo 9 (cui seguono Abruzzo 10,11,12) contiene registrazioni effettuate da Leydi e Carpitella il 29 dicembre 1966 in provincia di Arezzo, e il 30 dicembre 1966 a Cerqueto di Fano Adriano.
Pranzano a casa di don Nicola Jobbi, con la madre e il padre, risiedono a Teramo in albergo, ospiti dell’Ente Provinciale per il Turismo, e si trattengono anche il 31 dicembre. Durante il soggiorno i due etnomusicologi non mancano di effettuare delle registrazioni insieme a Jobbi, grazie agli incontri da lui organizzati presso i locali della parrocchia. Alcuni fra i documenti sonori raccolti in quei giorni, tuttora in gran parte inediti, confluiranno in tre pubblicazioni discografiche, assieme ad altri che lo stesso Jobbi aveva precedentemente registrato a Cerqueto e nell’area della montagna teramana: i due LP, curati da Leydi, Italia 1. I balli, gli strumenti, i canti religiosi (1970) e Italia 3. Il canto lirico e satirico, la polivocalità (1971) e Canti e musiche popolari del Teramano di Maurizio Anselmi (1991), edito all’interno di un più ampio volume dedicato all’Alta Valle del Vomano, a cura di Luisa Franchi Dell’Orto. In queste pubblicazioni la registrazione di alcuni brani (in particolare il Saltarello, la La vita di Sant’Alessio, gli Stornelli, gli Stornelli d’amore, il Canto a batoccu, La storia del brigante Mastrilli) è attribuita anche a Nicola Jobbi, motivo invocato da Gianfranco Spitilli, curatore dell’intero fondo del parroco-ricercatore, per intitolare congiuntamente a Leydi, Carpitella e Jobbi la paternità della raccolta che, a Bellinzona, è invece riferita soltanto a Leydi e Carpitella.
Nei giorni della loro permanenza sono coinvolti nei festeggiamenti della comunità, e Leydi è chiamato a risolvere una discordia per la scelta della Madonna del primo Presepe Vivente, ideato e organizzato dallo stesso Jobbi, nominando la sua preferita fra le pretendenti in conflitto. Tornato a casa scrive al parroco una lettera per ringraziarlo dell’accoglienza, incoraggiarlo per le ricerche spontanee che svolge e annunciargli la volontà di pubblicazione di alcuni documenti di Cerqueto nel primo disco in preparazione per la collana Albatros, che uscirà nel 1970.
Leydi e Jobbi manterranno rapporti di collaborazione e amicizia per molti anni. L’etnomusicologo tornerà per l’ultima volta a Cerqueto nel 1992, in occasione della presentazione di un libro, Canti popolari dell’Alta Valle del Vomano dalla raccolta di Don Nicola Jobbi, parziale rielaborazione di quanto Soriana Martegiani, sua allieva al D.A.M.S. di Bologna, aveva scritto per una tesi di laurea: il primo tentativo di riordinamento e catalogazione dell’articolato archivio di documenti sonori prodotti dal parroco nei suoi anni di permanenza in montagna. La presentazione avviene a Teramo e la giornata si conclude a Cerqueto, presso i locali adiacenti la parrocchia, con balli e canti: lo stesso ambiente che aveva accolto la sessione di documentazioni del primo incontro. Qualche suonatore c’è ancora, come Carino Misantoni; si provano delle stornellate, dei passi di ssaldarellë. Sono le tracce indebolite di un patrimonio espressivo in lento e progressivo esaurimento, consegnato alla memoria dalle registrazioni dei primi anni ’60.
Il contenuto della presente raccolta è consultabile nel Fondo Leydi.
000 Nicola Jobbi, Pietracamela 1983
Durante la sua lunga permanenza in montagna e in seguito ai numerosi e costanti rapporti intrattenuti con ricercatori professionisti antropologi, etnomusicologi, architetti, storici delle tradizioni popolari Jobbi diventa il punto di riferimento per quanti si addentrano nell’Alta Valle del Vomano a compiere campagne di documentazione. Maurizio Anselmi contatta Jobbi per tramite di Roberto Leydi, di cui era allievo al DAMS di Bologna e collaboratore presso il Laboratorio di Etnomusicologia dell’Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, da poco fondato. Il parroco organizza un incontro a Cerqueto e Pietracamela rispettivamente il 3 e il 5 gennaio del 1983, e registra con il suo UHER le stesse documentazioni presenti oggi nel Fondo Anselmi (Cerqueto 1983 e Pietracamela 1983), corrispondenti ai nastri DNI 25 e DNI 19, la presente raccolta, in cui sono testimoniati gli stornelli polivocali pretaroli, i canti del repertorio natalizio, i canti di questua della pasquetta e di sant’Antonio abate, poesie e canzoni composte localmente, in particolare da Ginevra Bartolomei.
000 Nicola Jobbi, Cerqueto 1983
Durante la sua lunga permanenza in montagna e in seguito ai numerosi e costanti rapporti intrattenuti con ricercatori professionisti antropologi, etnomusicologi, architetti, storici delle tradizioni popolari Jobbi diventa il punto di riferimento per quanti si addentrano nell’Alta Valle del Vomano a compiere campagne di documentazione. Maurizio Anselmi contatta Jobbi per tramite di Roberto Leydi, di cui era allievo al DAMS di Bologna e collaboratore presso il Laboratorio di Etnomusicologia dell’Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, da poco fondato. Il parroco organizza un incontro a Cerqueto e Pietracamela rispettivamente il 3 e il 5 gennaio del 1983, e registra con il suo UHER le stesse documentazioni presenti oggi nel Fondo Anselmi (Pietracamela 1983 e Cerqueto 1983), corrispondenti ai nastri DNI 19 e DNI 25, la presente raccolta, in cui sono testimoniati il ricco repertorio di stornelli cerquetani, trasmesso in particolare dalle famiglie Di Matteo e Leonardi, i canti di questua della Pasquetta e di sant’Antonio abate, il canto dei mesi e una originale versione di Donna lombarda, interpretata da Antonio Leonardi.
000 Documenti fotografici
Il patrimonio fotografico del Fondo Jobbi è composto da documenti prodotti da differenti autori a partire dalla prima metà del Novecento. Le fotografie sono state in gran parte realizzate da don Nicola Jobbi nel corso della sua ventennale presenza nell’area dell’alta Valle del Vomano, in prevalenza a Cerqueto di Fano Adriano. A questa stessa epoca, fra il 1963 e il 1984, appartengono le fotografie realizzate da Federico Mastrodascio, Giammario Sgattoni, Yutaka Tani, Satoshi Miyazawa, Angelo Nerini, Piero Angelini, Beppe Monti, Giuseppe Profeta, Bruno Misantoni. Allo stato attuale della ricerca non è possibile identificare con certezza l’autore delle immagini se non in alcuni documentati casi; fra questi, di notevole interesse sono le due campagne fotografiche effettuate dai giapponesi Yutaka Tani e Satoshi Miyazawa nel 1969 e nel 1977: la prima è una analitica ricognizione visiva della vita dei pastori e della comunità di Cerqueto; la seconda è invece una documentazione degli edifici, soprattutto del rione Castello, e della gente che li abitava, spesso ritratta nelle fotografie davanti alle case o all’interno delle abitazioni. Una menzione a parte meritano invece le immagini fotografiche raccolte da don Nicola Jobbi presso gli archivi privati degli abitanti di Cerqueto e della montagna, risalenti ai primi decenni del '900, una parte di esse è attribuibile al fotografo cerquetano Francesco Leonardi.
Le foto del Fondo Jobbi rappresentano soprattutto paesaggi, architetture rurali, scene di vita dei paesi in particolare rituali, feste, momenti di lavoro, manifestazioni come il Presepe vivente o l’Estemporanea di Pittura, oggetti della cultura materiale, arredi ed edifici sacri. I documenti fotografici successivi al 1984 sono opera quasi esclusiva di don Nicola Jobbi, e concernono in gran parte la vita parrocchiale a Montorio al Vomano, le ricorrenze festive, le cerimonie, gli edifici e gli arredi sacri, le gite e i viaggi.
Si tratta in totale di oltre 30.000 documenti, ripartiti in stampe (10.499), negativi 24x36 mm. (17.908), negativi 6x6 (4.865), dipositive 24x36 mm. (530), diapositive 6x6 (92), diapositive 7x7 (27).
È attualmente in corso la digitalizzazione di tutto il fondo fotografico a cura dell’Associazione Culturale Bambun.