
Mimmo Ferraro
000 Proti, Di Filippo, D’Andrea, Di Paolo
Documenti sonori registrati su bobina da Proti, Di Filippo, D'Andrea (tracce 01-09) e Antonina Di Paolo (tracce 10-13) per l'esame di Storia delle tradizioni popolari (anno 1968-1970?). L'area di indagine, stando alla pronuncia dialettale degli informatori, è presumibilmente quella teramana. Le tracce contengono orazioni, serenate, ballate, ninna nanne, scongiuri e indovinelli.
000 Nicoletta Spagnoli, Annamaria D'Ugo
Le registrazioni sul campo documentate nel 1969 dalle studentesse Nicoletta Spagnoli e Annamaria D’Ugo nella zona costiera del vastese in provincia di Chieti, testimoniano il vasto repertorio dell’oralità popolare che comprende fiabe, detti, storie, canti fanciulleschi, ninna-nanne, canti in funzione del lavoro, ballate e canti devozionali. Di particolare interesse sono i canti che presentano una modalità esecutiva arcaica (basata sull’emissione vocale a gola stretta con la presenza di attacchi indiretti e di cesure) ed impianti melodici costruiti sulle scale modali lidia ed eolia.
000 Marilena Sinigaglia, Val Vibrata
La studentessa Marilena Sinigaglia, per l’esame di Storia delle tradizioni popolari, svolge tra il 1968 ed il 1970 un’indagine sul campo in diverse località della Val Vibrata (Te): Garrufo, Rocca di Civitella e Piano di Steccio di Civitella del Tronto. Le registrazioni effettuate su nastro a bobina contengono orazioni, scongiuri, preghiere e storie eseguiti in forma di recita ed una serie di stornelli cantati.
000 Maria Pia Fabii, San Pietro di Isola del Gran Sasso 1968
Maria Pia Fabii, per l'esame di Storia delle tradizioni popolari, svolse nel 1968 un'indagine sul campo nella località di San Pietro, frazione di Isola del Gran Sasso (Te) intervistando Maria D’Andrea, di ottantaquattro anni, e Luisetta Petrucci, cinquantatreenne. I canti eseguiti sono orazioni con due modelli melodici, in tonalità minore e maggiore, con andamenti ritmici sillabici legati alla metrica dei testi poetici.
000 Marisa Bonanni, Tossicia
I documenti sonori raccolti sul campo dalla studentessa Marisa Bonanni nella frazione di Patrignano di Tossicia (Te) comprendono canti narrativi, stornelli a saltarello, due versioni del canto di questua a Sant’Antonio Abate e due canti presenti nel canzoniere militare.
000 Le cantrici di Arsita, 1963
La raccolta documenta una delle prime indagini sul campo svolte personalmente da Giuseppe Profeta. L’intervista, effettuata nell’agosto del 1963 nel proprio paese d’origine, Arsita, comune in provincia di Teramo nell’alta valle del Fino, è rivolta principalmente alle signore Elisabetta D’Agabito e Maria Ciafardone che forniscono una serie di testimonianze ed esecuzioni canore di notevole interesse etnomusicologico riguardanti i canti della Settimana Santa, le orazioni, il canto a serenata del distacco La partenza della sposa ed alcune ballate.
000 Intervista a Franco Profeta, Arsita 1966
Franco racconta al figlio Giuseppe episodi della propria infanzia quando abitava nella masseria Ferrante: gli anni della scuola, il mestiere del sarto, i parenti in America, la figura del padre (tatà) Peppino e della madre, il lavoro nei campi, la coltura del grano e del granoturco, l'alimentazione quotidiana.
000 Italia De Camillis, Cortino (Te) 1968
La ricerca condotta nel 1968 da Italia De Camillis per l’esame di Storia delle tradizioni popolari presso l'Università di Chieti: un’indagine sul campo che documenta i repertori delle frazioni di Casagreca ed Elce di Cortino (Te).
000 Garrufo di Campli 1963
Indagine condotta da Giuseppe Profeta a Garrufo, frazione di Campli (Te) nel 1963. L’informatrice è la signora Eleonora Di Pietro, di sessantaquattro anni, che ha recitato alcune preghiere e cantato brani della religiosità popolare legati al genere narrativo (Sant’Antonio di Jennare, l’Annunziata, la Resurrezione) e di tipo penitenziale (Il lamento del Purgatorio, Li diasillë).
000 Gabriella Campitelli
L’indagine sul campo svolta da Gabriella Campitelli nella zona di Lanciano tra le località di Sant’Onofrio, Castelfrentano e Fontanelle, testimonia la presenza di canti rituali di questua legati al sapodanno, a Sant’Antonio ed alla Settimana Santa in cui si alternano melodie in tonalità maggiore e minore accompagnate dall’organetto diatonico o dalla fisarmonica. Di notevole bellezza sono i canti sul lavoro eseguiti monodicamente su melodie modali, di tipo lidia ed eolia, ricchi di cesure a metà parola, note tenute, picchi discendenti e melismi.