
Mimmo Ferraro
00 Fondo Accademia Santa Cecilia - Basilicata
Gli Archivi di Etnomusicologia (già Centro Nazionale Studi di Musica Popolare fondato e diretto da Giorgio Nataletti e, dal 1972, da Diego Carpitella) sono depositari delle più importanti raccolte di musiche di tradizione orale rappresentative delle diverse aree geografiche e culturali del nostro paese grazie alle numerose campagne realizzate, fin dal 1948, da studiosi e ricercatori che costituiscono un imprescindibile punto di riferimento per gli studi etnomusicologici ed antropologici.
Particolarmente rilevanti le raccolte lucane che comprendono 343 documenti sonori che, a parte le più recenti rilevazioni di Aurora Milillo, riguardano l'avvio stesso della moderna ricerca etnomusicologica con le fondative spedizioni di Ernesto De Martino e Diego Carpitella dal 1952 al 1963.
Partner della Rete degli Archivi, l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia aveva messo a disposizione le proprie raccolte, ora fruibili integralmente anche in rete.
Raccolta 18 Diego Carpitella, Ernesto De Martino (1952)
147 brani rilevati, dal 1 al 30 ottobre del 1952, a Matera, Grottole, Pisticci, Ferrandina, Colobraro, Valsinni, Stigliano, Marsico Vetere, Viggiano, Savoia di Lucania e Tricarico. La raccolta è in corso di pubblicazione per Squilibri nel volume, con tre cd allegati, a cura di Giorgio Adamo, Musiche tradizionali in Basilicata. Le registrazioni di Diego Carpitella ed Ernesto De Martino (1952).
Raccolta 22 Diego Carpitella, Ernesto De Martino (1954)
78 brani registrati, dal 15 al 23 aprile del 1954, presso numerose comunità albanofone dell'area calabro-lucana, con 13 registrazioni effettuate a San Costantino Albanese, non incluse nei due cd allegati al volume, a cura di Antonello Ricci e Roberta Tucci, Musica arbereshe in Calabria. Le registrazioni di Diego Carpitella ed Ernesto de Martino (1954), edito da Squilibri.
Raccolta 25 Ernesto De Martino (1954)
42 brani registrati, il 2 novembre 1954, a Roccanova, Calvera, Senise e Valsinni
Raccolta 32 Ernesto De Martino (1956)
99 brani registrati, dal 2 al 17 agosto del 1956, a Castel Saraceno, Montemurro, San Giorgio Lucano, Albano di Lucania, Possidenti Avignano, Avigliano, Ruoti, San Fele (Santuario della Madonna di Pierno), e a San Cataldo.
Raccolta 78 Diego Carpitella (1963)
26 brani registrati, dal 28 al 30 giugno del 1963, a San Giorgio Lucano e Valle delle Scale
Raccolta 142 Aurora Milillo (1976)
17 brani registrati a Matera il primo novembre del 1976, nell'appartamento della stessa Milillo, con un solo esecutore, Bruna Nicoletti, nata a Matera il 6 gennaio 1919, domestica presso la famiglia Milillo dall'età di 14 anni.
00 Fondo Morabito
Frutto di una ricerca sul campo avviata a partire dalla fine degli anni '90 nella Bassa Murgia, il fondo ci restituisce, attraverso le esecuzioni degli interpreti più rappresentativi, un’inaspettata varietà di repertori e stili, sia vocali che strumentali, di un’area geografica per lungo tempo pressoché ignorata dalla ricerca etnomusicologica.
In particolare, centinaia di canti e musiche, spesso relative ad espressioni o brani in precedenza mai rilevati, offrono un'ampia ed estesa documentazione sul repertorio per organetto della Valle d’Itria. Da Monopoli, in provincia di Bari, fino a Ugento, in provincia di Lecce, attraversando le provincie di Brindisi e Taranto, emerge la ricchezza di una pratica musicale che si estrinseca in canti polivocali e monodici, di passione e di questua, canti di lavoro e sul lavoro, ninne nanne, canti narrativi, epico-lirici, stornelli, canti d’amore e di sdegno.
Per le musiche danzate, accanto alle forme più antiche legate al fenomeno del tarantismo e alla ludica pizzica pizzica, si collocano le più recenti danze di origine europea, quali valzer, mazurche, polche, scottish, quadriglie, o provenienti dalle Americhe, come la raspa, il tango e il passo doppio e il fox-trot, entrate ormai nell'uso corrente accanto a quelle tradizionali.
00 Fondo Museo Nazionale di Arti e Tradizioni Popolari
L’avvio di un archivio sonoro presso il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni popolari si deve soprattutto all'attività di Annabella Rossi, orientata in oltre venti anni di ricerca sul campo verso una sistematica ricognizione delle forme festive, gli apparati rituali e gli aspetti magico-religiosi e sociali della cultura popolare meridionale: ambiti che costituiscono ancora oggi la peculiarità di un archivio ricco di uno sterminato patrimonio attinente alle culture orali del mezzogiorno d’Italia.
Di straordinario valore e interesse i fondi fotografici che, oltre alle preziose collezioni storiche, con circa 140.000 immagini documentano i temi più significativi della ricerca antropologica in Italia con un’attenzione particolare a feste, devozioni religiose, pratiche rituali, giochi e spettacoli di piazza ma anche problematiche sociali e tecniche di lavoro agricolo e artigianale. Il nucleo più significativo dell’archivio fotografico, databile tra il 1950 e la fine degli anni ‘70, si deve ancora all’attività di una studiosa dinamica e sensibile come Annabella Rossi, che promosse la costituzione dell’archivio e contribuì ampiamente al suo incremento: le tematiche demartiniane ricorrono frequentemente nelle campagne fotografiche dirette o realizzate dall’antropologa, con il coinvolgimento di nomi di grande prestigio tanto nell’ambito della fotografia come in quello della ricerca antropologica come Michele Gandin, Chiara Samugheo, Lello Mazzacane e Marialba Russo.
Allo stesso modo riconducibile all’attività di Annabella Rossi ed egualmente segnato da una costante presenza dei temi più emblematici della ricerca di De Martino sono gli oltre 1.500 titoli dell’Archivio audiovisivo, avviato nel 1960 sotto la direzione di Tullio Tentori. Agli inizi del 1970 Annabella Rossi promuove e cura la realizzazione di una documentazione visiva, utilizzando le prime apparecchiature per la ripresa video. Il rilevamento, effettuato prevalentemente in Calabria e in Campania, porta alla realizzazione di materiali di ricerca incentrati su eventi festivi ed espressioni melo coreutiche di straordinario interesse. L’incremento del fondo video dell’Archivio si deve anche alle acquisizioni di nuovi titoli nel corso della rassegna biennale MAV-Materiali di Antropologia Visiva, organizzata per le prime edizioni in collaborazione con l’Associazione Italiana di Cinematografia Scientifica e promossa da Diego Carpitella.
Fondo attualmente in corso di catalogazione.