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Archivio Sonoro

Mimmo Ferraro

Mimmo Ferraro

Domenica, 15 Ottobre 2017 07:30

02 Lo scongiuro contro la pioggia

Domenica, 15 Ottobre 2017 06:22

01 Magia lucana

Domenica, 15 Ottobre 2017 06:18

000 Magia lucana

"Per caso lessi su un giornale di una spedizione scientifica effettuata in Basilicata dall'etnologo e storico delle religioni Ernesto De Martino. (...) Era la prima volta che ne sentivo parlare, per cui mi misi subito sulle sue tracce. Prima conobbi Romano Calisi, un suo allievo che fu poi anche mio collaboratore, poi Diego Carpitella, etnomusicologo e membro della sua équipe e finalmente arrivai a De Martino che mi fece un'impressione travolgente perché era uno scienzato ma anche un brillantissimo scrittore, con doti straordinarie del tutto insolite per un accademico. (...) Gli parlai subito del mio progetto, chiedendogli se poteva farmi da supervisore scientifico, cosa che accolse con grande piacere, approvando anche la scaletta preparata assieme a Romano Calisi.
(...) In questi paesi De Martino aveva avviato alcune ricerche, confluite poi in diversi capitoli di Sud e magia. Anche per la rilevante presenza di fattucchiere, il centro più importante era Albano di Lucania ma girammo molto anche attorno alle Dolomiti lucane, da Campomaggiore a Castelmezzano. La maggior parte dei paesi erano lungo il corso del Basento, nel Potentino, tranne Pisticci e un altro paese che non si può nominare perché porta male. Anche De Martino credeva a questa storia. 
(...) Il lamento funebre è stato girato a Pisticci dove abbiamo avuto la fortuna di trovare le ultime prefiche, le lamentatrici di professione, con le quali abbiamo messo in scena una cerimonia funebre tra i calanchi, un luogo di per sé già fortemente evocativo: è con queste donne che Carpitella aveva registrato il sonoro della lamentazione. (...) De Martino ha visto il documentario premontato e si mostrò molto soddisfatto. Estremamente rispettoso del lavoro altrui, De Martino era consapevole che il mio non fosse un lavoro strettamente scientifico ma la cosa non gli creava il minimo problema. (...) Venne presentato alla Mostra di Venezia nel 1958 e vinse il premio come miglior documentario. (...) Abbinato a un film di largo consumo, per la prima volta fu dato al Quirinale di Roma, dove c'erano allora dei palchetti dove le coppiette andavano ad amoreggiare. La reazione della gente di fronte a immagini piuttosto particolari e qualche volta funeste, fu alquanto vivace (...), ci fu perfino un tafferuglio in sala. Non ho avuto il coraggio di rimanere fino alla fine". 

Sabato, 14 Ottobre 2017 20:03

01 La passione del grano

Sabato, 14 Ottobre 2017 19:50

00 Fondo Del Fra

L'intera  produzione di Lino Del Fra si muove costantemente su "due fronti: la ricerca di natura antropologica e sociale, nel residuale mondo contadino, e un'acuta comprensione del presente nella cruciale fase dell'urbanizzazione e industrializzazione di massa" (M. Grasso, Scoprire l'Italia. Inchieste e documentari degli anni Cinquanta, 2007, p. 113). Alla prima fase appartengono i due documentari del fondo, La passione del grano, del 1960, con testo di Ernesto De Martino, e, dello stesso anno, L'inceppata, girato autonomamente ma poi discusso, in sede di montaggio, con lo stesso De Martino.

La raccolta documenta una delle più interessanti forme di serenata del sud Italia. Contestualizzate nel periodo natalizio, la tradizione colloca l’uso delle serenate per cupa cupa l’8 dicembre, accompagnando tutto il periodo festivo fino alla vigilia dell’Epifania, quando compare il Cucibocca che, oltre a chiudere le bocche, chiude le feste. Le serenate erano portate sia dai ragazzi alle proprie fidanzate, che eseguite per amici e conoscenti; si intuisce come l’evento fosse un raffinato strumento comunicativo, espressione di una viva socialità.
Le registrazioni permettono una ricostruzione dell’intera azione, seguendo il percorso di un gruppo di suonatori per le strade di Montescaglioso, le suonate davanti alle porte, le soste in casa di amici e parenti. La forte connotazione ironica degli stornelli eseguiti, l’intenzione e l’enfasi espresse dai suonatori, più che una serenata d’amore e corteggiamento, sembrano rievocare l’antico charivari (in francese tradotto come chiasso, schiamazzo), una sorta di serenata burlesca diffusa nelle campagne francesi dal secolo XIV.
In queste registrazioni i suonatori utilizzano vari strumenti: centrale il cupa cupa ma anche l’organetto, il clarinetto, alcune bottiglie, un mortaio e altri oggetti; le formazioni strumentali potevano tuttavia arricchirsi di altri strumenti esterni alla tradizione. Anche i repertori non sono strettamente locali ma spaziano nei vari generi, oltre agli stornelli e ad alcuni canti natalizi della tradizione, sono infatti eseguiti ballabili e canzoni nazionali e internazionali. 
(450-451, 108890)

 
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