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Archivio Sonoro

Mimmo Ferraro

Mimmo Ferraro

Lunedì, 30 Ottobre 2017 16:15

06 Michele Cestaro a Scapoli

Lunedì, 30 Ottobre 2017 16:12

05 La costruzione del flauto di canna

Lunedì, 30 Ottobre 2017 16:01

03 La ciaramella di Agostino Carlomagno

Lunedì, 30 Ottobre 2017 15:57

02 Suonatori di Caggiano e Polla a Viggiano

Lunedì, 30 Ottobre 2017 14:34

01 I suonatori di Caggiano a Viggiano

Lunedì, 30 Ottobre 2017 07:21

000 Le feste mariane

Nel quadro della ricerca sulla musica tradizionale in Basilicata, le feste mariane hanno rappresentato una tappa assai importante; in occasione delle processioni, dei pellegrinaggi e delle veglie, si assiste infatti a numerose performance, che talvolta assumono i tratti di una vera e propria devozione musicale. Oltre all’esecuzione di canti e danze dal carattere devozionale, questi momenti costituiscono l’occasione di incontro e confronto tra musicisti provenienti da varie parti della regione, soprattutto suonatori di organetti, di zampogne e ciaramelle, nonché di venditori di strumenti musicali. 
I materiali presentati in questa sezione provengono da feste di varie parti della regione e riflettono diverse tipologie di partecipazione e diverse modalità di performance musicali.
Innanzitutto le feste con una forte componente identitaria locale e con la presenza di elementi rituali singolari, come la Madonna del Pantano di Pignola con le danze notturne della Uglia, e la Madonna della Stella di S. Costantino Albanese con i pupazzi pirotecnici (Nusazit). 
Vi sono poi eventi in cui l’aspetto religioso ha inglobato feste legate al ciclo della natura; questo accade nel culto arboreo incorporato nella festa della Madonna del Pergamo di Gorgoglione, oppure nelle feste estive del raccolto, rivelato dalla presenza di danze con oggetti votivi costruiti con grano (scigli, gregne, cirii) che ritroviamo nei culti mariani di Noepoli, Episcopia e Viggianello. 
Un caso singolare è rappresentato poi dalla festa della Madonna della Bruna, a Matera, dove è il tessuto urbano della città dei Sassi a fare da sfondo a un rituale assai complesso e stratificato anche dal punto di vista musicale. 
Infine, vi sono i pellegrinaggi verso luoghi posti fuori dal centro abitato. Si tratta talvolta di edifici di grande importanza storica, come l’antica abbazia di Pierno a S. Fele e quella del Sagittario a Chiaromonte (di cui esistono oggi solo i ruderi), oppure piccole chiesette di campagna come quella della Madonna di Montauro a Sarconi. Fino alla festa per la Madonna di Viggiano, patrona della Lucania, capace di attirare un numero impressionante di pellegrini e suonatori anche da fuori regione, in particolare dalle aree cilentane della Campania.
I materiali qui presenti provengono dal 1999 al 2004, e in parte coincidono con la ricerca effettuata con Stefano Vaja confluita nel volume Nel paese dei cupa cupa, Squilibri editore, 2005; la ricerca ha visto occasionalmente sul campo anche la presenza di Maria Carmela Stella, Elisa Piria e Rossella Schillaci.

Lunedì, 30 Ottobre 2017 07:18

000 La Settimana Santa

La ricerca sulla Settimana Santa in Basilicata ha preso in considerazione alcuni degli eventi più significativi della regione, concentrati soprattutto nei giorni del Giovedì e del Venerdì Santo; sono momenti dove avvengono importanti performance musicali, tra le quali spiccano le esecuzioni dei canti devozionali sulla passione di Cristo, accompagnati da intense azioni rituali che rievocano i momenti della Passione, in conformità con la descrizione evangelica o con credenze popolari stratificatesi nella tradizione. 
Innanzitutto l’evento di Barile, il più celebre tra quelli che hanno luogo dell’area del Vulture, ripreso in due diverse fasi; l’imponente processione del Venerdì Santo, con figuranti in costume per le vie del paese che rievocano i momenti della Passione, e con la caratteristica presenza della zingara che indossa l’oro degli abitanti del paese; e la processione dell’Addolorata, la sera del Giovedì Santo, aperta da squilli di corno, con la partecipazione delle sole donne.
Vi sono poi tre processione devozionali notturne del Venerdì Santo provenienti da paesi posti agli estremi della regione, ognuna con delle proprie peculiarità. Quella di S. Chirico Nuovo vede la massiccia partecipazione popolare e l’esecuzione dei tipici canti devozionali: quella di Rapone è animata dalla confraternita del SS. Rosario, una delle più antiche e musicalmente più attive nell’area lucana; quella di San Paolo Albanese presenta la convivenza della tradizione liturgica bizantina con i canti tradizionali arbëresh e i canti devozionali italiani. A queste si aggiunge la processione di Sant' Arcangelo, che ha luogo il venerdì mattina, dove si ripropone la classica raffigurazione della Madonna trasportata dalle donne e del Cristo morto trasportato dagli uomini, e l’esecuzione del canto dialettale che rievoca in dettaglio i momenti della Passione di Cristo. Infine, le riprese relative a Pisticci riguardano la fase preparatoria dei sepolcri, decorati con fiori e grano bianco.
Le processioni del Venerdì Santo di Sant'Arcangelo, Barile e San Chirico sono state riprese nel corso di una stessa giornata, il Venerdì Santo del 2003, in occasione di un intenso giro di rilevamenti effettuato con Stefano Vaja e Gianpiero Nitti (la prima processione si svolge al mattino, la seconda nel pomeriggio e la terza ha luogo la sera). La documentazione su Rapone e sul Giovedì Santo di Barile proviene invece da una ricerca effettuata con Maria Carmela Stella nel 2004 sui riti della Settimana Santa nella parte settentrionale della regione. La processione di San Paolo Albanese appartiene a rilevamenti più recenti, compiuti nel’ambito delle attività del LEAV, relativi ai riti pasquali nei paesi arbëresh, che hanno interessato anche i centri della Calabria e portato alla realizzazione del breve documentario Five Centuries of Manzoni. The Holy Week in the Arbëresh Village of S. Benedetto Ullano (2011).

Lunedì, 30 Ottobre 2017 07:13

000 La Madonna del Pollino

La festa della Madonna del Pollino, oggetto dell’attenzione di ricercatori e cineasti come Luigi Di Gianni e Annabella Rossi, è una delle occasioni principali per l’osservazione e lo studio di fenomeni rituali e musicali della Basilicata. La modalità di partecipazione alla festa prevede infatti una forte componente musicale, costituita dai canti, dalle suonate devozionali, dalle visite musicali alla statua della Madonna, dai giri rituali con i musicisti attorno al santuario, e dalle processioni alle quali prendono parte numerosissimi musicisti di tutta l’area calabro-lucana nonché musicisti e pellegrini di altre aree. 
Gli eventi si articolano attorno a tre momenti. La prima domenica di giugno la statua della Madonna, con una processione che dura dall’alba al tramonto, viene trasportata dal paese di San Severino Lucano al santuario in montagna, distante ventidue chilometri; la seconda domenica di settembre una processione simmetrica riporterà la Madonna a S. Severino, dove sarà custodita fino all'anno successivo. Il momento centrale dei festeggiamenti coincide con il sabato precedente la prima domenica di luglio, quando la Madonna viene portata in processione in montagna nei dintorni del santuario. Fedeli di varia provenienza si accampano nei pressi del santuario anche per diversi giorni, organizzati in squadre di amici e parenti, con al seguito strumenti musicali di ogni genere: si suonano zampogne a chiave, surduline, organetti, fisarmoniche, tamburelli, ma anche fischietti, bottiglie percosse con chiave, crepitacoli, campanelli. La colonna sonora della festa è costituita dal canto devozionale in dialetto alla Madonna del Pollino, e soprattutto dai ritmi della tarantella, che risuonano ininterrottamente per giorni nelle jam sessions in cui convergono gruppi di suonatori che spesso non si conoscono, oppure che si incontrano una volta l’anno solo in questa occasione. 
Nicola Scaldaferri ha cominciato a frequentare la festa del Pollino, sia come suonatore di zampogna a chiave che come ricercatore, nel 1989; particolarmente intensa la sua presenza soprattutto negli anni 2000-2002, quando ha effettuato la documentazione dettagliata di tutte le diverse fasi con l’uso di mezzi audiovisivi e fotografici, in collaborazione con Stefano Vaja per le foto e Simone Ciani per i video. I materiali qui presenti sono in gran parte relativi alla festa del 2001, quando con la collaborazione di Maria Laura Caciorgna, è stato documentato in dettaglio il pellegrinaggio dei primi di luglio del costruttore e suonatore di zampogna Leonardo Lanza, assieme alla moglie Teresa, il tamburellista Ciccio Sangineto e la moglie Carolina, accampati in tenda per cinque giorni nei pressi del santuario. A questi materiali si aggiungono le sequenze del 2000 relative alla festa al santuario e alla ricerca per il documentario La devozione sonora (2000), realizzato con Simone Ciani, sulle processioni di salita e discesa della Madonna.

Lunedì, 30 Ottobre 2017 07:04

000 Il Maggio di Accettura

Il Maggio di Accettura è la principale delle feste arboree della Basilicata. Le altre hanno luogo a Rotonda, Castelmezzano, Pietrapertosa, Oliveto Lucano, Episcopia, Castelsaraceno, Gorgoglione, Terranova di Pollino, Viggianello. Sono poi da segnalare vari riti della Calabria settentrionale, tra i quali spicca quello di Alessandria del Carretto. 
Il fulcro del rito prevede l’unione di due alberi, il Maggio e la Cima; gli eventi sono distribuiti in un periodo di diverse settimane e comprendono la scelta dei due alberi, il loro trasporto in paese, la loro unione, l’inalberamento, la scalata, lo sparo, l’abbattimento e l’asta finale. Ad Accettura la festa del Maggio si presenta abbinata al locale culto del patrono, S. Giuliano, e al ciclo pasquale. La scelta dell’albero avviene il lunedì di Pasqua, il taglio del Maggio il giovedì dell’Ascensione, il taglio della Cima e il trasporto dei due alberi la domenica di Pentecoste (la Cima a braccio e il Maggio con i buoi), l’inalberamento, lo sparo e la scalata il martedì di Pentecoste in concomitanza con la processione di S. Giuliano, l’abbattimento e l’asta infine il giorno del Corpus Domini.
La festa del Maggio ha un notevole interesse dal punto di vista musicale. Le varie fasi, soprattutto i momenti del taglio e del trasporto, sono accompagnate da una intensissima ed eterogenea attività sonora: dai complessi di bassa musica che costituiscono la colonna sonora "istituzionale" dell’evento, alla campanella che accompagna la processione del quadro dei SS. Giovanni e Paolo, alla massiccia presenza di canti all’organetto e a zampogna. La passione e l’abilità degli accetturesi nel canto a zampogna è assai nota e attira peraltro i più bravi suonatori della regione soprattutto il giorno di Pentecoste, durante il lungo tragitto del trasporto degli alberi, che diventa occasione di momenti conviviali e musicali.
La festa di Accettura, che ha acquistato notorietà grazie anche agli studi di Giovanni Battista Bronzini, è stata oggetto di un’indagine sistematica di Nicola Scaldaferri a iniziare dal 2002; ha visto negli anni successivi anche la presenza sul campo di Stefano Vaja, e nel 2005 anche quella di Steven Feld, Lorenzo Ferrarini, Elisa Piria, Cristina Ghirardini, Guido Raschieri.
I materiali qui presenti sono relativi alle feste del 2002 e al 2005; vengono documentati il taglio e il trasporto della Cima e del Maggio il giorno di Pentecoste; le fasi dell'alzata e della scalata del Maggio il martedì di Pentecoste; la processione dei SS. Giovanni e Paolo il lunedì di Pentecoste; i materiali documentari privilegiano soprattutto le intense performance musicali dei gruppi di bassa musica, degli organetti e dei canti a zampogna.
La presenza di Scaldaferri ad Accettura, così come in altre feste lucane, è anche quella di suonatore di zampogna, la sua ricerca costituisce dunque una sorta di partecipazione osservante; questo si può osservare nel documento in cui accompagna con la zampogna la sfida tra cantori accetturesi e un abituale ospite dei riti del Maggio, Antonio Infantino (video 7).

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