
Mimmo Ferraro
02 In cammino e in attesa della cerimonia
000 La Madonna del Pollino
"L'itinerario religioso, le sue componenti magiche ed emotive, che ricostruisco nel filmato, si accompagnano ad elucubrazioni dotte, ricolme di considerazioni ideologiche con toni a volte populistici. Una cesura netta che in molti punti diventa un vero e proprio conflitto. Se potessi, chiedendo venia ad Annabella Rossi che non è più di questo mondo, sostituirei il commento, adoperando didascalie brevi, sobrie ed essenziali, salvando la parte sonora registrata dal vivo che trovo invece molto efficace: le tarantelle ballate in chiesa, il suono della zampogna, le voci della folla nella processione o durante l'asta. (...) E' il mio ultimo documentario cinematografico e in qualche modo documenta una sorta di epifania finale della tradizione, destinata a cedere il passo alla modernità. Sono stato più volte sul Pollino, dopo il documentario, e ho trovato una situazione completamente mutata. La parte più pregnante del cerimoniale, che a me ripugnava molto, era stata eliminata, forse per il sopraggiungere di ragioni di decoro e convenienza proprie della nostra società. All'epoca invece tutta l'area era letteralmente sommersa di sangue, il sangue che veniva dal sacrificio degli animali, per lo più agnelli e capretti, uccisi e arrostiti sul posto. Una volta vidi anche una testa d'asino penzolante, inquietante e sinistra. Nella devozione alla Madonna del Pollino usanze di chiara derivazione pagana si mescolavano a forme e cerimoniali cristiani, con un alternarsi singolare di preghiere e sangue, invocazioni e sacrifici, stati di esaltazione quasi animaleschi con momenti di intensa meditazione. (...) Nel documentario ho ripreso i ritmi sfrenati delle tarantelle che, specialmente i gruppi calabresi, erano soliti suonare come omaggio alla Madonna secondo un antico rito contadino".
03 Per le strade di Sant'Andrea
02 Uscita dalla fabbrica dei contadini-operai
000 Viaggio in Lucania
"Percorrendo in lungo e in largo la Basilicata, mi avevano disturbato i segnali di un cambiamento profondo anche se disordinato. La civiltà industriale cominciava a prendere piede anche in queste zone lunari e misteriose. Nascevano quei mostri dell'industria e i contadini andavano trasformandosi in operai, o quanto meno abbandonavano i campi per cercare lavoro nelle fabbriche. Il passaggio non è stato indolore, anzi è stato molto traumatico, costringendo questi uomini a uno sforzo disumano per adattarsi a nuove discipline di vita, ad altri orari da quelli che avevano scandito la loro esistenza. Li vedevi arrivare disorientati e stupiti su dei trenini o con i pullman nella zona di Ferrandina, dove era concentrata la gran parte delle industrie che avevano profondamente modificato il paesaggio dei luoghi".