
Mimmo Ferraro
000 Il carnevale
Gli eventi del carnevale in Basilicata, al di là dei significati simbolici e rituali, sono occasione di intese performance sonore e musicali; costituiscono dunque dei momenti significativi per osservare e studiare i fenomeni della musica tradizionale lucana.
I materiali sul carnevale qui presentati prendono in considerazione tre fra i più rappresentativi eventi che si svolgono nella regione.
Il primo è relativo alla scampanata di San Mauro Forte. Si tratta del rito di apertura del periodo carnevalesco, effettuato a ridosso della ricorrenza di S. Antonio Abate, il 17 gennaio: decine di personaggi mascherati, organizzati in squadre, portando come trofei teste di maiale, corna, damigiane, invadono le vie del paese scandendo ritmicamente degli enormi campanacci.
Il secondo è relativo alla chiusura del carnevale di Teana. Qui troviamo elementi comuni a molti riti carnevaleschi: le maschere e il rovesciamento dei ruoli, i balli per le strade, il rito conclusivo del processo e dell’uccisione di Carnevale accusato di aver mangiato i salumi del paese. Una presenza caratteristica del carnevale di Teana è costituita dalla maschera dell’Orso, che trasporterà nel bosco il corpo di Carnevale dopo la sua uccisione; il tutto costantemente accompagnato da tarantelle eseguite al suono della banda e dalle zampogne.
Infine, il carnevale forse più celebre, quello di Tricarico, di cui sono documentati i due momenti principali. Il primo è la fase di apertura, all’alba del 17 gennaio, con la caratteristica scampanata delle maschere di Tori e Vacche, che in corteo dalla chiesa campestre di S. Antonio Abate giungono al paese; il secondo è quello della fase di chiusura, con maschere, carri allegorici, il rogo in piazza del fantoccio raffigurante Carnevale e il pianto della moglie Quaremma. Il tutto accompagnato da campanacci, zampogne, tamburelli, cupa cupa, e dall’esibizione in piazza, nella parte conclusiva della serata, del celebre gruppo dei Tarantolati di Tricarico.
Le riprese dei materiali qui presentati sono state effettuate tra il 2002 e il 2005; esse coincidono in parte con le ricerche compiute con Stefano Vaja e Steven Feld e che hanno portato alla realizzazione delle pubblicazioni Nel paese dei cupa cupa (2005) e Santi, animali e suoni (2005). A queste ricerche hanno preso parte occasionalmente anche Cristiano Novello e Maria Carmela Stella.
000 I protagonisti
Le ricerche sulle tradizioni musicali si soffermano sempre più spesso sul ruolo dei singoli individui come concreti produttori di eventi musicali all’interno di un dato contesto culturale, anche laddove si è in presenza di eventi il cui interesse si estende alla comunità.
In questa sezione compare una galleria di personaggi che hanno segnato l’attività musicale della Basilicata degli ultimi decenni: dai musicisti anziani, che hanno avuto un ruolo importante nello stabilire certi repertori musicali e costituiscono un punto di riferimento per i giovani musicisti, fino a quelli dell’ultima generazione sempre più presenti e attivi sul territorio.
Talvolta si tratta di persone specializzate nell’esecuzione di dati repertori vocali, veri e propri "alberi di canto"; tra questi spiccano in particolare Paolina Luisi, già protagonista delle registazioni di Carpitella a Tricarico nel 1952 e attiva fino ai primi anni del 2000; Giuseppe Verzica, vicino di casa di Carlo Levi nel periodo del confino ad Aliano, e Domenica Lisanti, protagonista delle tradizioni di Ferrandina. Vanno segnalati poi gli strumentisti, talvolta veri e propri virtuosi di alcuni strumenti musicali: la ciaramella di Michele Cestaro e Raffaele Sabatella, l’arpa di Luigi Milano, la surdulina di Carmine Salamone, l’organetto di Pietro Ielpo.
Un altro aspetto rilevante è quello della costruzione di strumenti musicali, che può richiedere uno specialismo particolare, come nel caso della costruzione delle zampogne di Antonio Forastiero e Leonardo Lanza, dei fischietti in terracotta di Tommaso Niglio, dei campanacci di Rocco Giammetta; oppure forme di abilità più estemporanee, come per la costruzione dei fischietti di canna di Agostino Carlomagno o del cupa cupa di Giuseppe Larato.
Soprattutto tra gli strumentisti, specie se provenienti dalla stessa area, accanto alle consuete forme di rivalità, vi sono spesso dei rapporti di parentela. L'ambiente della famiglia si rivela infatti assai importante per la trasmissione della tradizione, soprattutto quando si tratta di trasmettere un sapere specializzato come quello dei repertori musicali tradizionali, come mostrano i casi dei fratelli Antonio e Vincenzo Forastiero o Giuseppe e Alberico Larato, padre e figlio.
I materiali qui presenti provengono da rilevamenti compiuti tra il 2000 e il 2006; alcuni sono stati svolti con la collaborazione di Stefano Vaja, Maria Carmela Stella, Cristiano Novello, Steven Feld, Simone Ciani.
00 Fondo Scaldaferri
La sezione video, relativa alla Basilicata, dell'archivio personale di Nicola Scaldaferri che comprende circa 700 ore di filmati, relativi a diversi terreni di indagine e aree geografiche: principalmente Italia, Albania ed Ex Jugoslavia (Kosovo, Macedonia, Montenegro, Serbia, Slovenia), e in misura minore Russia, Ucraina, Israele e Cisgiordania, Ghana e USA. Una parte consistente di questi materiali, oltre un quarto, riguarda le ricerche in Basilicata, che nel tempo hanno visto anche la collaborazione di Simone Ciani, Gianpiero Nitti, Cristiano Novello, Elisa Piria, Rossella Schillaci, Maria Carmela Stella e, soprattutto, quella del fotografo Stefano Vaja. Di rilievo, sul terreno lucano, la collaborazione con ricercatori stranieri, tra i quali Simha Arom, Steven Feld e Mariko Kanemitsu.