
Mimmo Ferraro
000 1952
"Me lo presentò Ernesto De Martino, alla fine dell'estate del 1952, in via del Vicario, nella sede romana dell'editore Einaudi, allora punto di riferimento culturale d'obbligo". Così Diego Carpitella ricorda il suo primo incontro con Franco Pinna, impressionato dalla sua "impostazione somatica da attore cinematografico, all'americana" (D. Carpitella, Franco Pinna e la fotografia etnografica italiana, in F. Pinna, Viaggio nelle terre del silenzio, Milano, 1980, p. 4).
[…] L’intercessione di Cagnetta ebbe certamente un peso determinante nel favorire l'ingresso ìi Pinna dentro la squadra interdisciplinare di De Martino. […] Le relazioni sulla missione riferiscono di prestazioni per Pinna pagate piuttosto bene (70.000 lire per il servizio totale, 20.000 per le spese tecniche, 2000 di diaria quotidiana) e alle quali sarebbe corrisposta la realizzazione di 150 fotografie (lo stesso numero di Zavattini), presumibilmente sviluppate e stampate (E. De Martino, Relazione sulla spedizione folkloristica in Lucania, 30 settembre-31 ottobre 1952, in L'opera a cui lavoro, Lecce, 1996, p. 84). Il gruppo di foto non dovette comprendere negativi associati a positivi, visto che quelli superstiti – circa un quinto rispetto al numero delle fotografie - sono stati finora rinvenuti solo presso l'Archivio Franco Pinna. Il catalogo dei provini […] fornisce i dati più attendibili a riguardo, aggiungendo ad essi un elenco delle fotografie dell'ottobre 1952 delle quali esiste testimonianza, visiva o meno, e di cui l'Archivio Franco Pinna non detiene più provini, negativi o positivi. Anche così composto, però il numero complessivo delle immagini non raggiungerebbe un quarto del totale sopra indicato". (Da G. Pinna, Con gli occhi della memoria. La Lucania nelle fotografie di Franco Pinna 1952-1959, Trieste, 2002, pp. 15-16).
00 Fondo Pinna
Nel 2002, l'Archivio Franco Pinna di Roma ha provveduto a catalogare i materiali realizzati in Lucania secondo criteri di filologia fotografica che nelle sue linee di principio rispecchiano "un certo modo di concepire e organizzare la pratica di lavoro" del fotogiornalista: "si sceglie la ripresa, si scatta, si sviluppa, si provina, si selezionano ed eventualmente si riquadrano i provini, si stampa in modo più o meno variabile (per formato, tipo di carta, per modalità di resa ecc.) a seconda della destinazione prevista, in certi casi si ritocca. Il risultato finale di questo processo è la fotografia del fotogiornalista, il testo da lui configurato in un certo modo e non in uno degli altri mille e più possibili" (G. Pinna, Con gli occhi della memoria. La Lucania nella fotografie di Franco Pinna 1952-1959, Trieste, 2002, p. 9). Se, dunque, in quanto documenti tutti i materiali in questione possono essere accomunati comodamente in un'unica categoria, da un punto di vista più strettamente fotografico essi vanno considerati tenendo conto della basilare distinzione fra ripresa (la risultanza documentale di quello che il linguaggio ordinario chiama "scatto") e fotografia (ripresa selezionata ed eventualmente configurata dal fotografo nell'intento di determinarla come specifico testo visuale). In queste sede, i materiali lucani di Pinna, suddivisi secondo il succedersi delle spedizioni demartiniane, sono stati distribuiti in due distinte raccolte per ognuna delle due principali spedizioni: nella prima, Fotografie e riprese, compaiono i testi visuali riconoscibili come tali, sulla base di evidenze documentali che testimoniano delle scelte dell'autore, e altre riprese in relazione con essi; nella seconda, denominata Provini, sono invece visibili le stampe a contatto, preliminari ai testi della sezione precedente, che documentano della loro elaborazione.