Le rilevazioni sonore realizzate nel 1965 da Annabella Rossi (contestualmente alle riprese di Luigi Di Gianni per Il male di San Donato) a Montesano del Salento in occasione della festa del santo patrono che, il 6 e il 7 agosto, richiamava un gran numero di devoti alla ricerca della “grazia” capace di liberarli dei mali che li affliggevano, per lo più epilessia ma anche vari disturbi nervosi, stati di ansia e manifestazioni psicopatologiche. Si tratta, scriverà la stessa Rossi ne Le feste dei poveri, di “individui, per lo più donne, che accorrono all’appuntamento magico per implorare la grazia. La grazia non definitiva ma ciclica, analoga a quella che si chiede a san Paolo per il tarantismo, ha la durata di un anno, per cui, trascorso il periodo di validità, il malato si trova di nuovo nella condizione di dover ricorrere al santo”. Convulsioni, amnesia, offuscamento della ragione, istantanee perdite di movimento talvolta associate ad allucinazioni e visioni del santo colpivano i malati, costretti ad affrontare un doloroso pellegrinaggio che aveva come destinazione la cappella del santo, posta all’estrema periferia del paese.
A differenza del tarantismo, il rito non prevede un ruolo particolare alla musica per cui il paesaggio sonoro, restituito dalle registrazioni, è simile a quella di tante feste di paese dove le grida degli ambulanti si mescolano ai suoni della banda municipale, sovrastati però dallo svolgersi di questo straniante rito che, anche per il parroco intervistato da Annabella Rossi, non può intendersi in termini puramente clinici trattandosi piuttosto di un “un isterismo collettivo” che coinvolge un gran numero di “invasati, invasati dalla miseria e dall’ignoranza”.
Annabella Rossi pone in risalto anche la “carica sessuale presente nei partecipanti al pellegrinaggio”: “San Donato piace moltissimo alle donne le quali, nel corso delle due giornate festive, lo abbracciano, lo baciano, si arrampicano sulla base del simulacro”. Da qui, forse, anche lo scatenarsi di dinamiche di gelosia tra le devote per cui una giovane contadina di 25 anni ottiene il privilegio di una visita privata il pomeriggio del 7, quando la porta della parrocchia era ormai sprangata: “la donna, che da anni si reca a Montesano, non può partecipare al culto collettivo nella cappella; il suo attaccamento al santo e la gelosia che nutre per le altre fedeli sono tali che spesso, in passato, ha provocato vere e proprie risse. (…) Quando mi vede entrare si rivolge sorridente verso di me e, gemendo, mi addita la statua. Poi mugola verso il santo, gli lancia baci, traccia a terra dei circoli e si irrigidisce, atteggiando le proprie mani nel gesto benedicente della statua. Solo dopo un’ora, convita a fatica dalla madre e dal fratello si allontana piangente”.
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000 Annabella Rossi, Montesano del Salento 1965 (Puglia 5, 18BD487)
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