Documenti sonori registrati a Colliano, tra le contrade di Pazzano e S. Vittore, in due successivi incontri a pochi giorni di distanza, il 2 e il 4 novembre 1975. Gli informatori sono diversi: Lorenzo Russo, anziano zampognaro e padre di Peppe "Sciarrillo" Russo, anch’egli zampognaro ma soprattutto uno dei migliori costruttori di zampogne e ciaramelle dell’area salernitana, in particolare dopo la morte di Carmine Trimarco, operativo per diversi anni a Polla; Michele Strolla (nella cui casa si svolgono prevalentemente gli incontri), cantore e suonatore di ciaramella; Carmine Strolla, suonatore di ciaramella; Pasquale Iannarella (detto "Pascale cu ‘a barba"), suonatore di zampogna; ed infine Vito "Feliciello" Fasano, cantore e suonatore di chitarra battente. Agli incontri sono presenti anche altre persone, rimaste anonime, appartenenti probabilmente alle famiglie dei vari suonatori. Le registrazioni comprendono novene (cantate o strumentali), brani di accompagnamento al ballo (zomparielli) e canti di saluto o di benvenuto improvvisati per l’occasione con zampogna e ciaramella. Riguardo al repertorio finora descritto due sono le particolarità da sottolineare: l’uso in più brani della zampogna 6 palmi dalle grosse dimensioni (circa 1 metro e 50 centimetri) e dal suono particolarmente grave e solenne, suonata in alternativa (ma talvolta anche contestualmente) alla zampogna 3 palmi adoperata più frequentemente per accompagnare le novene; e il contemporaneo utilizzo, testimoniato in diversi brani, di due ciaramelle: una che esegue la parte melodica del canto ed un'altra invece in una sorta di "controcanto". Occorre notare che in questa zona molto spesso si formano veri e propri gruppi di suonatori: ciascun gruppo viene chiamato "concertino" e prevede una o due zampogne (una 3 palmi e una 6 palmi che suonano nella stessa tonalità), una o due ciaramelle e talvolta anche una doppia ciaramella. Un’altra caratteristica è la consuetudine di impugnare la zampogna "alla mancina" o "alla salernitana", ovvero tenendo con la mano destra la canna più lunga (quella con la chiave) e con la mano sinistra la più corta. Tra i documenti sono riportati diverse interviste che approfondiscono le caratteristiche strumentali, le tecniche costruttive, l’accordatura delle ance (chiamate "puche" o "linguette"), storie di vita degli esecutori. Un'altra parte rilevante dei materiali registrati riguarda invece le esecuzioni di alcuni canti e cilentane dalla voce di Vito "Feliciello" che si accompagna alla chitarra battente. Alcuni di questi brani, come ad esempio Occhi niurelli e palma d’auliva e Stamattina mi sono alzata sono stati riproposti dai ricercatori del Teatrogruppo nel loro secondo disco Canuvà pecchè si muorto. Si segnala infine la presenza di numerosi brani di accompagnamento al ballo (tarantelle, zomparielli, pizzitate, valzer, ecc.) eseguiti talvolta anche con formazioni "insolite": ad esempio zampogna, ciaramella e chitarra battente; oppure ciaramella e chitarra battente.
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