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000 L'organetto nella Bassa Murgia

Variamente denominato (rionetta, argonetta, jottë bassë, du bottë, armonica, rionettë, rigonetta, ecc.), l’organetto entra nella cultura popolare pugliese, e quindi anche nella Bassa Murgia, dalla metà dell’800, diffondendosi tra pastori e contadini, più legati alle forme della trasmissione orale a differenza degli artigiani sonatori di chitarra, mandolino e violino, che mescolavano  repertori scritti a quelli di tradizione orale.
Privilegiato per la robustezza, l’intensità sonora, la facilità di esecuzione e l’accordatura fissa, l’organetto presentava però non pochi problemi, per la limitazione armonico-melodica e l’uso esclusivo del sistema a temperamento equabile, che sembravano impedire la trasposizione o l’accompagnamento del repertorio vocale, spesso non tonale, così come la trasposizione del repertorio di strumenti con una più ampia gamma armonico-melodica come violino, mandolino e chitarra. Di fatto seppe adattarsi a tutti i repertori esistenti (matinate, serenate, stornelli, canti di questua, canti di passione, canti epico-lirici e narrativi), ad eccezione soltanto di alcuni canti polivocali, e a crearne altri propri ed esclusivi, in cui si sfruttava in particolare la vivacità ritmica data dalla bitonicità, imponendosi come strumento principe per le musiche da danza.
Dopo gli anni '60, con la progressiva trasformazione dei contadini in operai nelle fabbriche di Taranto, Brindisi e Bari, l’organetto comincia ad accompagnare anche il repertorio dei canti di lavoro, ormai defunzionalizzati, acquisendo nuove funzionalità ludiche, estetiche e di memoria storica.
Il tipo più usato nella Bassa Murgia è quello ad otto bassi, che nell'area della Valle d'Itria dagli anni '80 viene gradualmente sostituito dal due bassi ad opera di Martino Albanese, un operaio che lavorava presso il negozio musicale “Consoli” di Locorotondo. Martino riuscì a persuadere i suonatori locali a sostituire il loro vecchio otto bassi, elogiando la leggerezza e la maggiore potenza sonora del due bassi. Questa vicenda di fatto ha modificato significativamente il repertorio organettistico locale, eliminando le caratterizzanti modulazioni armoniche e le tonalità minori proprie del repertorio della Valle d'Itria e della Bassa Murgia.
Riguardo la musica per danza, l'organetto accompagnava la più antica tarantella o pizzica pizzica, usate come momento ludico e come musica legata al fenomeno del tarantismo, come le più moderne quadriglie, polche, polche rosse (locale polca figurata), mazurke, schottish, tanghi, foxtrot, raspa. Con l'organetto si accompagnava anche la scherma, una lenta quadriglia cadenzata da accenti musicali a guidare i duellanti.

  • Genere: Audio