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000 Strisce sonore e catene di testi: le arie

Le strisce sonore da me individuate e così denominate sono quelle che i cantori salentini chiamano arie. Esse vengono utilizzate per funzioni diverse: per il ballo (e il ritmo è quello della pizzica pizzica) e per tramandare, non canzoni perché quelle hanno la loro musica, ma la vera e propria poesia orale, non scritta. Questo appena delineato è un antichissimo sistema di comunicazione già usato in Grecia in età arcaica. Poemi omerici e molte composizioni dei primi lirici greci furono trasmesse ai posteri proprio con il sistema delle strisce sonore. Queste erano e sono melodie molto semplici che trovavano il ritmo nella misura del verso, qui esclusivamente l’endecasillabo. Alcuni dei cantori che ho trovato, senza averne consapevolezza, attaccavano a cantare  senza più fermarsi un testo poetico dopo l’altro. Questo modo di cantare ha fatto nascere l’idea che la musica popolare salentina sia una musica monotona e con poca fantasia. Non è assolutamente vero. E’ solo quando si incappa in un cantore che possiede un vasto repertorio poetico che si può avere questa sensazione. Proprio per tale eccezionale caratteristica io ho potuto raccogliere un testo cantato su arie differenti e un’aria che supportava testi diversi. Questa mi sembra dunque la riprova che non si tratti di canzoni ma solo di poesia che viene tramandata con l’arcaico sistema di trasmissione. Ancora oggi nel Salento, per merito di questi cantori, si può osservare dal vivo il sistema di trasmissione dell’antica poesia greca. Un miracolo di sopravvivenza.

  • Genere: Audio