Documenti sonori registrati durante la festa di San Michele e il pellegrinaggio a Monte Sant’Angelo il 29 settembre 1970. La grotta dove è apparso l’Arcangelo è uno dei maggiori e più noti luoghi di culto e pellegrinaggio del sud Italia; attivo fin da epoca pagana come fonte sacra di guarigione e luogo di contatto con i numi, il sito ha visto nel corso del medioevo passare fedeli, imperatori e papi, per inginocchiarsi al cospetto dell’Arcangelo nel percorso obbligato della Via Sacra Longobardorum per le crociate in Terra Santa. Diverse le leggende e gli avvenimenti storici che hanno arricchito di fascino il sito e il culto micaelico (una di queste narra ad esempio di come San Francesco d’Assisi si sia fermato all’entrata del santuario non sentendosi degno di entrare nella grotta). Ad aumentare l’incanto del luogo è la collocazione su una linea retta che parte da Mont Saint-Michel in Normandia, passa per la Sacra di San Michele in val di Susa, e attraverso il Gargano, a intervalli regolari di circa mille chilometri, arriva a Gerusalemme.
L’indagine di Annabella Rossi si colloca in un particolare momento storico che segnava un passaggio di testimone, in termini di partecipazione, attrazione e visibilità, della grotta dell’Arcangelo al cospetto del crescente fenomeno mistico di Padre Pio nella vicina San Giovanni Rotondo. Tale passaggio, tutt’altro che eclissare l’interesse religioso e storico culturale per il luogo, ha bensì riacceso di riflesso il fermento devozionale e turistico per il sito. Il caso storico religioso è esaminato da Ernesto De Martino in Furore simbolo valore attraverso un’analisi storico economica nel lungo periodo fornendo collegamenti tra diverse fasi della storia religiosa del Gargano (anche noto con l’appellativo di Montagna sacra). De Martino sottolinea l’esistenza di una sorta di forza "rigeneratrice" capace di rinnovare nei secoli, grazie alla comparsa di figure carismatiche e taumaturgiche (Podalirio, Calcante, San Michele, Donato Manduzio, Padre Pio), l’attrazione di fedeli e pellegrini sul promontorio pugliese.
Le testimonianze raccolte documentano interviste a pellegrini e fedeli, registrazioni del paesaggio sonoro e di canti polivocali religiosi, narrazioni di esperienze mistiche, miracoli, guarigioni, azioni e gesti rituali, inoltre, vengono ricordate le visite di ossessi e indemoniati mandati qui direttamente da Padre Pio per liberarsi dal male.
(39-A, 108715)