Questo sito utilizza cookies, anche di terze parti. Per proseguire devi accettare la nostra policy cliccando su “Sì, accetto”.

Archivio Sonoro

Ti trovi qui:Archivio Sonoro | Archivio Sonoro Puglia | Fondo Amati Bagorda | L'organetto nella Valle d'Itria | 000 L'organetto nella Valle d'Itria

000 L'organetto nella Valle d'Itria

Le comunità locali, in particolare dei paesi dell'entroterra e delle contrade rurali, della valle D'Itria, nel cuore della Murgia Meridionale, conservavano fino a pochi decenni addietro una ricca e articolata pratica strumentale oggi ridotta essenzialmente all’organetto tuttora in uso in occasioni rituali e festive. Nonostante la sua recente diffusione, avvenuta dopo la metà del 1800, rappresenta oggi lo strumento emblema della cultura musicale delle locali comunità di origine agropastorale, raccogliendo l’eredità di altri strumenti preesistenti caduti in disuso; negli ultimi anni, si assiste tra l’altro, ad una insperata ridiffusione dell’uso di questo strumento tra i giovani. Attualmente, l’organico strumentale più diffuso nella zona è composto da organetto e tamburello, ai quali possono aggiungersi altri strumenti a percussione come la castagnola monocoppia e alcuni oggetti sonori.
Suonatori di organetto e tamburello sono presenti ancora nei paesi e nelle contrade, i più anziani ricordano che anticamente quasi ogni famiglia aveva uno o più suonatori, a conferma  della grande ricchezza e varietà delle occasioni in cui il ballo e il canto tradizionali erano presenti.
Pur non essendo uno strumento autoctono, l’organetto (in dialetto arionettë, rionettë, rëcunettë, argonettë, arëcunettë, aricunetta, armonëca, jiottë bassë, argunettë) ha conosciuto una rapida e capillare diffusione tra i suonatori delle comunità agropastorali fin dalla sua recente comparsa avvenuta alla fine dell'ottocento.
Ha mutuato il repertorio del canto del quale segue in genere le linee melodiche, e progressivamente ha affiancato o sostituito altri strumenti preesistenti creando un proprio stile esecutivo. 
L’organetto viene utilizzato sia per accompagnare il canto, pratica tuttora viva nelle serenate (matinate), nella questua del Sabato Santo e in situazioni conviviali per la musica per la danza. Durante il rito coreo- musicale del tarantismo, fenomeno socio-culturale che ha molto influenzato la cultura tradizionale locale, veniva accompagnato dal tamburello, da altri strumenti ritmici e dalla chitarra battente; a sua volta nelle formazioni ingaggiate per la meloterapia del tarantismo accompagnava o sostituiva il violino.
Ha ereditato dalla fine dell’ottocento i vari stili di pizzica pizzica e tarantelle terapeutiche ed è stato il maggior veicolo d’importazione dei balli ottocenteschi dagli ambienti aristocratici, passando per il ceto intermedio degli artigiani,si diffondevano nelle campagne. 
Il modello attualmente più diffuso in tutta l’area della Murgia Meridionale è quello a otto bassi, spesso sostituito negli ultimi 30 anni dai modelli a due e quattro bassi.

  • Genere: Audio