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Archivio Sonoro

06 Canti sulla tammorra

  • Genere: Audio
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  • Descrizione:

    In successione: Bonasera Signure BonaseraAggio saputo ca doie sore site, 'Mmare è nata 'na scarola, I' me ne voglio i' a lu Cilento'A settimana.
    Tammurriate raccolte nell'agro sarnese-nocerino nel 1974 e nel 1975 (a Pagani, a Scafati, ad Angri, a S. Marzano). Questi canti, molto diffusi anche nell'area napoletana, vengono eseguiti in ogni occasione di festa collettiva e sono accompagnati dalla tammorra o tammurro; si succedono normalmente per ore senza soluzione di continuità. Varianti di modelli testuali del filone lirico monostrofico, più o meno diffusi, si susseguono su strutture musicali fisse, che mettono in particolare rilievo canto e ritmo. Per la sua complessità e la sua varietà la tammurriata dell'agro sarnese-nocerino resiste al tentativo di una rigida classificazione. ln particolare, della struttura musicale, ricca di varianti, si possono indicare solo alcuni caratteri generali. Lo sviluppo del canto avviene per nuclei musicali, separati da brevi pause, attraverso una peculiare successione per ripetizione-cumulazione di un verso dopo l'aItro, che si svolge per lo più secondo lo schema:
    a) ripetizione parziale (in genere l'ultima parte) del verso precedente;
    b) aggiunta di un nuovo verso;
    c) ripetizione del verso aggiunto.
    La ripetizione e l'accumulo si collegano al modo più frequente di esecuzione del canto, quello a voci alterne: i due cantatori si scambiano continuamente il compito di proseguire il canto nucleo per nucleo, con la continuazioríe della sequenza testuale proposta, ma spesso anche con bruschi scarti su altro tema o con improvvisazioni occasionali, secondo le associazioni e la disposizione soggettive. Tutto ciò spiega in parte la variabilità del contenuto delle sequenze e la successione ininterrotta delle tammurriate distinguibili soltanto sotto l'aspetto testuale, ma costituenti in effetti un unicum.
    Varianti piuttosto comuni consistono nella modificazione dello schema b c, per l'aggiunta di più versi o per la ripetizione iterata del verso aggiunto, e nell'introduzione di strofette nonsense o comunque senza apparente legame con il testo, a conclusione di un nucleo. Caratteristica funzionale della tammurriata è l'intervento dei presenti o dell'altro cantatore con scansioni - talvolta sovrapposte al canto - a due tempi, mono - o plurisillabiche (ad es. "uè", "merò""cane pazzea", ecc. cadenti sulla fondamentale o sulla dominante, che sono le note sulle quali insiste la melodia. Nel canto a voci alterne gli esecutori "accordano" sulla stessa tonalità o su tonalità differenti; tipica modulazione è quella in cui la tonica coincide con la dominante della tonalità precedente.
    La melismaticità esasperata della melodia privilegia la pronuncia delle vocali rispetto alle consonanti, che vengono regolarmente "mangiate", e lascia pause brevissime per i fiati. L'emissione è a gola chiusa e a denti stretti, con accentuazione dei risuonatori nasali e di testa, con un effetto timbrico tutto particolare. ll ritmo, che è essenziale in tale tipo di canto, funzionalizzato al ballo (tarantella), è scandito e "imposto" dal tamburo (tammurro). l moduli ritmici e le tecniche di percussione del tamburo variano da zona a zona, anche in maniera rilevante, e addirittura da suonatore a suonatore. A S. Marzano il ritmo scandito sul tamburo si compone di due movimenti: uno di accompagnamento del canto in 3/4 con accenti sul primo e terzo tempo e un altro in due tempi entrambi accentati, che ha inizio solitamente sull'ultima nota del canto e termina nella pausa tra nucleo e nucleo.
    Oltre i modelli monostrofi vengono eseguiti sul tamburo anche canti di vario genere, spesso con metri diversi dall'endecasillabo (frequente è il settenario). Le differenze più notevoli dal modello sopra esaminato sono l'irrigidimento della serie strofica, l'accompagnamento ritmico binario, la mancanza di alternanza del canto fra i cantatori e la presenza di cori all'unisono che ripetono parti o versi.

    Data: 1975

  • Durata: 13:18
  • Luogo: Salerno
  • Provincia: Salerno
  • Regione: Campania
  • Esecutore: 1) Bonasera Signure Bonasera: Adriana Ciaco (voce), Carlo Vassallo (voce, tammorra); 2) Aggio saputo ca doie sore site: Andrea Bastolla, Gelsomino D'Ambrosio (voce), Carlo Vassallo (tammorra), Geppino Gentile (castagnette); 3) 'Mmare è nata 'na scarola: Adriana Ciaco (voce), Carlo Vassallo (voce, tromba 'e zingare, chitarra, tammorra), Mario Turco (chitarra); 4) I' me ne voglio i' a lu Cilento: Gelsomino D'Ambrosio (voce), Carlo Vassallo (voce, tammorra), Mario Turco (chitarra); 5) 'A settimana: Andrea Bastolla (voce), Gelsomino D'Ambrosio (voce, triccheballacche), Carlo Vassallo (voce, chitarra, tromba 'e zingare), Adriana Ciaco (coro), Geppino Gentile (coro, castagnette), Iole Musi (coro), Gianfranco Rizzo (tammorra)
  • Autore: Teatrogruppo di Salerno