Documenti sonori raccolti a Eboli in occasione di cinque incontri avvenuti tra il 15 ottobre del 1975 e il 13 febbraio del 1977. Gli informatori, in larga parte aderenti alla sezione locale del PCI, riferiscono su diversi repertori: ampio spazio viene riservato alla farsa carnevalesca tipicamente ebolitana del Don Annibale (cfr. A. Rossi, Eboli 1976) documentata attraverso diversi momenti di prova ed alcune esecuzioni, e alla versione locale della Canzone di Zeza, messa in scena sostanzialmente nello stesso stile musicale del Don Annibale. Dato il posizionamento politico degli interlocutori sono testimoniate canzoni di propaganda sindacale, contro lo sfruttamento dei lavoratori, spesso costruite ironicamente sulle melodie di note canzoni napoletane o di stornelli romani. Umoristiche sono anche le diverse interpretazioni di macchiette o canzoni tratte dal repertorio di Nino Taranto, Armando Gill e altri, proposte da Cosimo Tucci. Sul versante più tradizionale si segnalano invece esecuzioni di terzetti alla campagnese: canti maschili a più voci con accompagnamento di organetto (cfr. Campagna 1975), canzoni narrative come I tre figliolini van sulla tomba(Madre resuscitata nella classificazione del Nigra ) oltre a canti cumulativi o enumerativi (Che se mangiaie la Zita, nota come La Cena della Sposa) ed Esce lu ragno da la ragneria (conosciuta come Rancio e mosca), entrati a far parte stabilmente anche del repertorio dei gruppi di folk-revival dagli anni ’70 (come nel caso della Nuova Compagnia di Canto Popolare). Completano la raccolta alcuni brani strumentali per il ballo (per lo più tarantelle e valzer) eseguiti essenzialmente con la fisarmonica, talvolta accompagnata da percussioni.
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