Una selezione di brani musicali, canti e interviste, registrata sul campo in presa diretta, documenta i riti che si svolgono a Pellezzano (Sa) in onore di Sant'Anna protettrice delle partorienti e da molti considerata compatrona della città.
Fede e tradizione si fondono durante la festa che ogni anno, la domenica successiva al 26 luglio (giorno di Sant'Anna), richiama nella chiesa parrocchiale di San Clemente migliaia di fedeli provenienti da tutta la provincia. Credenza e devozione muovono migliaia di donne che percorrono a piedi, a mezzogiorno, il lungo tratto in salita che conduce alla chiesa madre, già nota nel 1138, dove si venera una statua della santa a mezzo busto e lo stesso giorno si celebrano quattordici Santi Martiri cristiani (in processione si portavano anche le statue di S. Gioacchino, marito di Sant'Anna, e S. Clemente, patrono di Pellezzano).
Già prima della mezzanotte, cominciavano a giungere i primi pellegrini dai paesi limitrofi, molti dei quali scalzi e moltissimi vestiti dei colori della santa, il verde e il giallo. I pellegrini portavano un tempo grosse ceste di viveri che consumavano durante la notte tra canti, balli tradizionali, sfilate di carri allegorici, giostre e proposte alimentari di ogni genere (tipicamente la milza cotta nell'aceto, la zuppa di soffritto, le melanzane, le lumache e i meloni). Ai primi chiarori dell'alba, la chiesa veniva aperta e i pellegrini avanzavano cantando inni di lode alla santa; molte donne procedevano fino all’altare in ginocchio, altre lo facevano rotoloni per terra, altre ancora strisciando la lingua sul pavimento. Verso le ore undici la statua era rimossa dalla nicchia e collocata sulla portantina per la processione: le donne allora si accalcavano nel tentativo di spolverarla con fazzoletti o lembi di stoffa poi conservati come reliquie. La processione era preceduta dalla sfilata delle verginelle, velate di bianco e scalze, che chiedevano la grazia per sé e per le proprie famiglie. Al passaggio da Casa Genovese, venivano fatti scendere, con corde e carrucole, due angeli che rendevano omaggio alla santa. Fino al rientro in chiesa delle statue non si accendevano nelle case fuochi per cucinare: solo dopo, quando i pellegrini iniziavano il loro viaggio di ritorno, i pellezzanesi ritornavano a casa per preparare la "zuppa di Sant'Anna, una pietanza a base di fiori di zucca, zucchine e patate cotti con l’osso di prosciutto.
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