La domenica successiva al 22 giugno si svolge a Nola (Sa) la processione danzante in onore di San Paolino con macchine votive a spalla lungo il tradizionale tracciato individuato nel nucleo più antico della cittadina. Al ritmo della musica (brani originali e reinterpretazioni attinte dalla tradizione musicale napoletana, italiana e internazionale) si muovono gli otto obelischi di legno, omonimi delle antiche corporazioni delle arti e mestieri, denominati Ortolano, Salumiere, Bettoliere, Panettiere, Beccaio, Calzolaio, Fabbro e Sarto, più una struttura a forma di barca, simbolo del ritorno in patria del santo. Tali costruzioni lignee, denominate poi Gigli, hanno assunto a partire dall'800 l'attuale altezza di 25 metri con base cubica di circa tre metri per lato, per un peso di oltre venticinque quintali. L'elemento portante è la borda, asse centrale; le varre e varrette sono assi di legno atte a manovrarli. Vengono addobbati dagli artigiani locali di decorazioni in cartapesta, stucchi o altri materiali secondo temi religiosi, storici o d'attualità. I Gigli e la barca vengono sollevati a spalla dalla rispettiva paranza, gruppo di circa 120 uomini; su ciascun giglio trova posto anche la banda musicale. Gli addetti al trasporto dei Gigliassumono il nome di cullatori, in dialetto e cullature, per l'andamento oscillante simile all'atto del cullare. Apolito registra, nel 1980, l'evento che precede la festa: circa un mese prima le bande dei diversi rioni girano per le strade, proponendo il loro repertorio e l'ultima canzone del giglio, accompagnati da un furgone attrezzato per l'amplificazione. La kermesse di folla itinerante e caotica che si crea è del tutto simile a quello che avverrà il giorno della festa, quando la banda si posizionerà sulla struttura stessa del Giglio. Tra i documenti l'intera sequenza (in ordine di sfilata) di canzoni dei Gigli relative al 1979 incise su disco.
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