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Archivio Sonoro

000 Casalbuono

Una breve raccolta di fiabe, registrate a Casalbuono (Sa) e raccontate dalla voce di un'anziana donna. Se non sono pervenute informazioni per stabilire la datazione delle registrazioni, né l'identità dell'informatrice, resta uno spaccato del ricco patrimonio fiabesco campano a comporre l'universo simbolico di una profonda tradizione orale mediata dall'opera di narratori che, per l'articolata caratterizzazione repertoriale, e legittimati dal riconoscimento della comunità, ricoprivano spesso ruoli di leader culturali, chiamati a narrare pubblicamente storie e racconti. La maggior parte del repertorio favolistico era infatti impiegato in occasioni collettive, spesso rituali, e il narratore riceveva un compenso (vino o cibo) a sancire il prestigio sociale e i valori attribuiti al contesto fabulatorio e ai suoi autori.
Le occasioni alle quali in passato era legata la favolistica tradizionale erano le più svariate: si raccontavano favole durante la raccolta delle castagne, la lavorazione della canapa, la battitura delle pannocchie di granoturco, in occasione di raduni dei pastori e dei raccolti del grano, ma anche durate banchetti nuziali e le veglie funebri. Altre volte invece la favola era legata a circostanze che esulavano da ogni ritualità.
Il repertorio dei narratori era frutto di lungo apprendistato, praticato con una fonte autorevole, ovvero un narratore più anziano, con il quale l'allievo intratteneva poi, significativamente, rapporti di comparaggio o di parentela.
Come osserva Roberto de Simone in Fiabe campane. I novantanove racconti delle dieci notti (1994), le favole presentano una struttura aperta e modulare, "nel senso che vanno intese come vere e proprie rapsodie, il cui discorso può essere percorso in vario modo, con la aggiunta, l'eliminazione d'interi brani, aventi volta senso compiuto, quasi un racconto nel racconto": il narratore rimescola il materiale tradizionale, ampliandolo o riducendolo, conformemente alle esigenze dell'uditorio.
Il linguaggio è il dialetto di uso quotidiano, affiancato da una serie di linguaggi più arcaici, caratterizzati da una letterarietà convenzionale assai vicina alle strutture in versi del canto popolare. 
Molto diversi risultano invece gli stili narrativi, di recitazione, che spaziano dal dialogo, all'ispirazione epica, ad una recitazione assai cadenzata, di tipo magico-rituale. Di particolare rilievo la forte teatralità del racconto, elemento quasi indipendente dal tono del narratore. Sulla tradizionale formalizzazione del raccontare, contrassegnata da ritmi e intonazioni determinati, si articolano le performance personali, ricorrendo a battute fisse, recitate con l'uso sapiente dei tempi teatrali.
La messa in scena di ogni fabulatore, attore ed esecutore dello spettacolo fiabesco, spesso si svolgeva attraverso una successione di azioni rituali, secondo Ugo Vuoso, fasi di un vero e proprio rito di passaggio. Nei preliminari del rito fabulatorio, il narratore prende posto di fronte, in mezzo al proprio uditorio: "viene a crearsi così lo spazio prossemico e gestuale di interazione fra chi dovrà ascoltare e chi dovrà narrare, instaurandosi così il tempo narrativo vero e proprio, scandito dalla voce narrante". Il C’era una volta…, come nelle fiabe qui documentate, segna l'avvio della narrazione, l'inizio del viaggio fiabesco. A volte, nell'ambito campano, si ritrovano ulteriori formule di apertura e di chiusura del racconto che segnano gli estremi del rito di passaggio, un rito che vede l'ascoltatore entrare nel tempo favolistico per poi ritornare al tempo profano della quotidianità.
La fiaba, come altri generi del racconto orale, sopravvive ormai in pochissime occasioni di esecuzione, legate per altro a tradizioni familiari più che sociali. Il posto che prima occupava la fabulazione nel complesso sistema folklorico, è stato sostituito da altre forme d'intrattenimento e di comunicazione. Oggi sono le donne, per lo più anziane, a conservare la memoria delle fiabe e a riattualizzarla soprattutto per il pubblico infantile, nonostante nella tradizione fossero gli uomini i principali detentori di tali repertori.

  • Genere: Audio