Una raccolta di brani, tutti eseguiti da voci maschili e con l'accompagnamento dell'harmonium, parte del repertorio legato ai riti quaresimali di Sessa Aurunca (Ce); le registrazioni risalgono al 1984, prive di notizie certe sull'autore (negli appunti di Leydi si legge la titolarità di TVC-HIFI STEREO CENTER ROCCO, probabilmente una radio libera o un centro di registrazione dell'epoca).
Di particolare interesse è l'ultima traccia, il Benedictus, o Cantico di Zaccaria, qui interpretato da un coro di confratelli con l'accompagnamento dell'harmonium, eseguito durante i riti quaresimali, durante le processioni penitenziali di tutte le confraternite sessane e la sera del mercoledì santo, durante il rito dell'Ufficio delle Tenebre.
Il Benedictus, con gli altri componimenti musicali che scandiscono i riti quaresimali, rappresenta il cuore pulsante della tradizione sessana. Con l'inizio della Quaresima, sotto la spinta di una condivisa e millenaria partecipazione emotiva e rituale, Sessa Aurunca è pronta a vivere l'antica rappresentazione della Passione di Cristo, durante il periodo festivo, quello della Settimana Santa, più importante per la comunità aurunca.
Il tempo quaresimale è inaugurato dalla funzione religiosa del mercoledì delle Ceneri. A Sessa Aurunca la cerimonia si tiene con grande adesione popolare e con la partecipazione dei membri delle confraternite cittadine in cattedrale, ad eseguire i canti sulle note dell'harmonium.
I venerdì di marzo sono dedicati alle esposizioni dei Misteri della Passione, i gruppi plastici che comporranno il corteo processionale del venerdì santo. Dopo il rito religioso, "un gruppo di confratelli, invitati singolarmente e a voce, siederà assieme per la prima delle cosiddette Cene conviviali, un rito tradizionale che è particolarmente caro ai sessani, chiamate anche Cene del Miserere, che assumono un po' il ruolo di continuazione laica della funzione religiosa". Il primo di tali convivi si tiene il mercoledì delle ceneri per poi continuare per tutti i venerdì di marzo. L'origine di questi consessi è remota; ce chi li rimanda anche alle agapi greche durante le quali i cristiani rievocavano l'Ultima Cena di Gesù con gli Apostoli: in realtà sono ed erano un momento di aggregazione sociale nel quale, anno dopo anno, gli stessi personaggi si riuniscono per stare insieme e prepararsi comunitariamente alla Pasqua. I cibi consumati sono quelli tradizionali del territorio, come il baccalà, le pizze al pomodoro e con scarola, il locale vino Falerno e molti altri. Terminata la cena s'intona il Miserere (un canto in latino di tradizione orale, eseguito a cappella da tre cantori, sui versi del salmo 50 di Davide), nel cuore della città vecchia fino a tarda notte.
Durante il periodo quaresimale è, inoltre, possibile vedere appesa a balconi e finestre la Pupattola, ovvero una bambola che rappresenta la Quaresima e scaccia il carnevale e che viene presentata con la tipica filastrocca: "Quaresima secca seccaca se magne pacche secche, le riciettidammmenne una me schiaffai nu cinqu’frunni, le riciettirammenne n’ata me schiaffai 'nazucculata". Questa particolare raffigurazione viene descritta dallo studioso locale Nicola Borrelli, come una "stecchita pupattola" nelle cui mani si pone "una conocchia e dall'orlo della lunga gramaglia reso rigido da un cerchio di legno si faran pendere gli indivisibili attributi ricordanti i prescritti cibi di magro: aringhe salate, baccalà, frutta secca, lupini addolciti, ecc.. Al centro del cerchio è sospesa una arancia, il frutto del tempo, in cui sono infisse sette piume, (sei nere e una bianca) simbolo delle sette settimane del periodo quaresimale che una per settimana saran via via tolte [...]".
Nello stesso periodo la tradizione imponeva il compiersi di alcune usanze propiziatorie come per esempio il tagliare i capelli il primo venerdì di marzo per tenere lontani mal di testa e febbre per un intero anno e far rompere, nella prima domenica di Quaresima, una pignatta carica di caramelle ai fanciulli a significare la definitiva chiusura dei divertimenti carnevaleschi.
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