La domenica successiva al 22 giugno si svolge a Nola la processione danzante con macchine votive portate a spalla lungo il tradizionale tracciato individuato nel nucleo più antico della cittadina. Al ritmo della musica (brani originali e reinterpretazioni attinte dalla tradizione musicale napoletana, italiana e internazionale) si muovono gli otto obelischi di legno, omonimi delle antiche corporazioni delle arti e mestieri: Ortolano, Salumiere, Bettoliere, Panettiere, Beccaio, Calzolaio, Fabbro e Sarto, più una struttura a forma di barca, simbolo del ritorno in patria del santo patrono. Tali costruzioni lignee, denominate poi gigli, hanno assunto nell'800 l'attuale altezza di 25 metri con base cubica di circa 3 metri per lato, per un peso di oltre 25 quintali. L'elemento portante è la borda (asse) centrale; varre e varrette sono le assi di legno che servono da leve per manovrarli. Vengono addobbati dagli artigiani locali di decorazioni in cartapesta, stucchi o altri materiali secondo temi religiosi, storici o d'attualità. I gigli e la barca sono sollevati a spalla dalla rispettiva paranza, gruppo di circa 120 uomini e su tutti trova posto anche la banda musicale. Gli addetti al trasporto dei gigli, i cullatori, in dialetto e cullature, prendono il nome dal movimento oscillante simile all'atto del cullare. Le registrazioni documentano l'intero flusso festivo e l'ambiente sonoro parossistico, tra musiche a tutto volume, rumori e voci dalla folla.
(725-27, 109001)