Il rituale magico religioso del passaggio arboreo ha origini arcaiche collocabili in epoca pagana e romana. La diffusione della cerimonia fitoterapica è documentata fino a tempi relativamente recenti in molte aree dell’Italia centro meridionale, in Sardegna e in altri contesti europei (riferimento imprecindibile per questo rituale resta il testo di Alberto M. Di Nola, L’arco di rovo. Impotenza e aggressività in due rituali del sud, Torino 1983). Il rito indagato consiste nel far passare bambini affetti da ernia sotto un arco di rami e rovi o all’interno di un foro creato negli alberi, come in questo caso documentato a Leopardi di Torre del Greco [per il rituale in funzione si rimanda alle rilevazioni di Patrizia Ciambelli raccolte nello stesso fondo]. Gli informatori sono operatori che ricevono per trasmissione familiare le competenze di cura, mentre i bambini provengono da un’area abbastanza vasta, non circoscritta ai soli luoghi limitrofi della zona vesuviana e campana. A Leopardi la regola del rituale prevedeva l’utilizzo di querce, sapientemente ferite con un’ascia al fine di creare il passaggio curativo: gli alberi erano scelti nei boschi vicini e tagliati per riuscire a far passare il bambino che doveva attraversare il foro per tre volte tra le braccia degli officianti. Il giorno stabilito era la vigilia di San Giovanni Battista (25 giugno) o, a volte, dell’Annunziata (25 marzo). Uno dei tabù da rispettare, per la piena riuscita del rituale e per la risoluzione del male, era dato dall’interdizione dei genitori dal luogo della cerimonia. Al termine del rito la pianta veniva accuratamente ricucita con pezze e fili di ferro, per un periodo di quaranta giorni che serviva a rimarginare il taglio, risolvendo così il malessere del bambino. Gli informatori presenti in queste rilevazioni, tutti appartenenti alla medesima famiglia, oltre a descrivere e spiegare il rituale, forniscono alcune testimonianze su una serie di casi curati, illustrano molteplici proprietà e qualità terapeutiche di alcune piante per la soluzione di determinati mali, tracciando confronti e sintesi tra l’efficacia della medicina ufficiale e quella popolare.
(811-13, 109039)