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Archivio Sonoro

000 Roberto De Simone, Marialba Russo, Bellizzi 1973

Nella raccolta in oggetto sono riunite le registrazioni del musicista-musicologo Roberto De Simone e dell’etnofotografa Marialba Russo effettuate a Bellizzi Irpino, frazione del comune di Avellino, nel marzo del 1973, durante le festività del carnevale, nell’ambito di un vasto progetto di ricerca sul campo che culminato con la pubblicazione nel 1977 del volume Carnevale si chiamava Vincenzo. Tra i repertori carnevaleschi maggiormente indagati vi furono alcune rappresentazioni popolari cantate e recitate all’aperto (nei vari casi in maschera o meno, accompagnate dalla musica oppure "a  distesa") quali ad esempio la Rappresentazione dei Dodici Mesi (si veda raccolta Olevano sul Tusciano 1973) e in modo particolare la famosa Canzone di Zeza (per i caratteri generali si veda invece San Potito 1973). Proprio di quest’ultima abbiamo un'eccellente testimonianza a Bellizzi, dove viene eseguita una Canzone di Zeza che presenta molti elementi di interesse e peculiarità rispetto ad altre Zeze conosciute e anche molto vicine geograficamente e culturalmente (quelle di Celzi di Forino, di Cesinali, della stessa San Potito ecc.). I personaggi del "ridicoloso" contrasto matrimoniale rappresentato a Bellizzi sono sempre quattro (anche qui tutti maschi che interpretano anche i ruoli femminili): marito e moglie sono i soliti Pulcinella e Zeza, mentre figlia e pretendente sono qui Porzia (in dialetto Purzia) e non Vicenzella, e Don Zinobio (Don Zinobale) e non Don Nicola, praticamente gli stessi nomi dei personaggi della Zeza di Cesinali dove però compare un ulteriore personaggio, il marinaio. Il testo cantato,  e tramandato oralmente, non ha alcuna somiglianza con le versioni (almeno quelle finora conosciute) diffuse nell’800 nella tradizione scritta (come accade invece per la Zeza di San Potito). La rappresentazione, dal punto di vista musicale, prevede l’accompagnamento di una piccola banda (qui solo fiati: principalmente tromba, trombone e clarino) e sembra così strutturata: coro iniziale con un incipit specifico proprio di Bellizzi (Azzeccatevi cacciatori/ mo’ che è l’ora dello magnàdiverso sia dal Sei giorni di lavoro/ la domenica a passeggiar di Cesinali, sia dal tipico  incipit, cantato, ad esempio, non dal coro ma da Pulcinella, E sentite signori miei /verite a me ca me succede di San Potito); seguono poi tre parti musicali (alle quali corrispondono tre diverse strutture testuali) caratterizzate da diverse formule melodiche di cui solo quelle della prima parte somigliano a quelle conosciute e diffuse anche attraverso le fonti scritte (si veda la trascrizione della Zeza di G. Cottrau pubblicata nei Passatempi Musicali nel 1829), le altre due parti  sono invece di probabile ascendenza colta (da motivi operistici o militari); chiude un coro finale (E scusateci cari signori/ca voi c’avete state a sentire…) sui motivi melodici della seconda parte. Dopo la Zeza, di cui abbiamo nella raccolta due registrazioni, una quasi integrale (brano 01) e l’altra invece che comincia dalla seconda parte (brano 05), segue la Quadriglia (brani 06 e 07) di cui compaiono due versioni (non sappiamo però se si tratta invece di un’unica esecuzione con uno stacco nella registarzione), di cui la seconda con un finale in cui si accenna alla famosa Tarantella di Luigi Ricci tratta dall’opera Piedigrotta (1852). Completano la raccolta alcuni momenti di intervista nei quali si presentano gli interpreti della rappresentazione (brani 02 e 04), che non sono sempre gli stessi ma cambiano nelle varie recite per l’impossibilità, per una stessa persona, di cantare più volte una parte che richiede un enorme sforzo fisico nell'esecuzione; oppure vengono indicati i giorni di uscita e i paesi visitati (brano 03); si parla poi dei vari personaggi e delle differenze con altre Zeze, ad esempio quella di Cesinali (brano 09), ed infine si può ascoltare il paesaggio sonoro costituito dalle voci del pubblico e dai rumori che accompagnano la rappresentazione carnevalesca bellizziana (brano 06).

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  • Genere: Audio