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Archivio Sonoro

02 Sui canti della mietitura e sull'artigianato locale

  • Genere: Audio
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    Intervista a due abitanti di Galluccio. Si parla in apertura delle enormi magnate (abbuffate) che si facevano all'inizio o nel corso della mietitura e della trebbiatura, con prosciutto, salsicce e grandi insalate di pomodoro, accompagnate dal vino della zona, il Falerno. Si racconta che durante la mietitura, quando arrivavano le donne col canestro (o canisto) in testa, c'era una canzone che tutti cantavano, oppure quando passava qualcuno gli facevano l’allucco appriesso, con cui si auguravano ai malcapitati le peggiori sventure, tanto che le persone cercavano di nascondersi per non farsi vedere ed evitare quindi la dedica della canzone malaugurante. Tutto questo avveniva però prima della Guerra, poi anche a Galluccio era arrivato il richiamo della città, dell’industria e del progresso tecnologico che aveva portato molti a lavorare al Nord nel triangolo tra Genova, Milano e Torino. Su richiesta della ricercatrice vengono indicate le fabbriche artigiane della zona: quella di Cascano di Sessa Aurunca per la lavorazione dell’argilla e della terracotta, e a San Pietro Infine, dove si lavorano le stuoie di erice con le fibre vegetali usate come coperte sugli asini o nei frantoi; in una frazione di Galluccio, a Calabritto, si lavorava l'argilla fino alla morte del proprietario della bottega, poi i figli erano andati via senza proseguire l'attività; si costruivano le anfore oppure le cannate, dei grossi recipienti tondi per raccogliere dai sei a dieci litri d'acqua; i boschi cedui di castagni assicuravano frutti e legna che non veniva lavorata sul posto ma portata a Marano di Napoli dove si utilizzava per fare le botticelle oppure le stecche per le colture intensive di ortaggi; un tempo era ricca la produzione di carbone, sia di quercia che di castagno, poi abbandonata; le colline offrivano meleti di annurche ma dopo la Guerra, con i campi minati, era stato necessario abbandonare anche quella produzione. Soltanto la coltivazione dell'uva risultava prospera, grazie anche ad una grossa cooperativa che aveva ricevuto dei finanziamenti; si sottolinea che il vino locale non è propriamente il Falerno, tipico della zona dei Monti Aurunci, ma il vino Cong formato da più viticci e citato anche nei libri di enologia.

  • Durata: 08:55
  • Data: Martedì, 06 Marzo 1973
  • Luogo: Galluccio
  • Provincia: Caserta
  • Regione: Campania
  • Esecutore: Anonimi: voci maschili
  • Autore: Annabella Rossi