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Archivio Sonoro

000 Annabella Rossi, Galluccio 1973

Documenti sonori raccolti da Annabella Rossi il 6 marzo 1973, martedì grasso, nella più estesa delle cinque frazioni di Galluccio (Ce), San Clemente. Nella cittadina casertana durante il carnevale, almeno fino agli inizi degli anni '50, si tenevano in successione quattro rappresentazioni: la Zeza, i Mesi, la Vecchia e la Morte e il Gigante. Poi, dopo più di vent'anni di silenzio dovuto principalmente alla mancanza di partecipazione (molti erano emigrati al Nord o all’estero, oppure si erano trasferiti in città), nel 1972 grazie alla adesione dei più giovani era stato possibile organizzare nuovamente le manifestazioni carnevalesche.
Le prime tracce della raccolta (01-08) ricostruiscono, attraverso la viva voce degli animatori, tradizioni festive e rituali locali (oltre al carnevale, i fuochi per Sant'Antonio Abate, diverse processioni, ecc.) ma anche le attività lavorative del paese (l'agricoltura, l'artigianato, la produzione vinicola) e la realtà sociale; è documentata (traccia 03) l'esecuzione integrale dei Mesiregistrata non in piazza all'aperto, dove tipicamente si svolge, ma nella scuola del paese, probabilmente su richiesta della stessa ricercatrice; vengono presentati (traccia 05) i partecipanti alle quattro rappresentazioni del 1973: in totale più di trenta persone, per lo più giovani studenti ed operai, oltre ai più anziani, già protagonisti delle messe in scena nel dopoguerra (frammenti delle interviste,  la presentazione dei personaggi e il testo della rappresentazione dei Mesi eseguita, sono trascritti nel volume Carnevale si chiamava Vincenzo, curato da A. Rossi e R. De Simone).
I restanti documenti (tracce 9-20), registrati in un'occasione conviviale tra la ricercatrice e gli informatori,  probabilmente in un'osteria, comprendono un solo brano strumentale (traccia 10) e  una serie di canti per lo più a voce maschile (singola o a parti alterne), con alcuni interventi di voci femminili (senza accompagnamento strumentale, fatta accezione per le tracce 09 e 12, in cui entra una fisarmonica). Si tratta di canti lirico-monostrofici costruiti su distici di endecasillabi, una sorta di strofette distiche, eseguite sulle stesse frasi melodiche (seppur con microvariazioni personali dei vari cantori) e spesso in un botta e risposta tra le due voci che si alternano. Le tematiche testuali variano tra canti a dispettod’amoredi sdegno e soprattutto di mietitura (un interlocutore sostiene che l'occasione prevalente per l'esecuzione di questo genere di canti fosse appunto quella delle attività lavorative legate alla mietitura); la parodia di un canto arabeggiante (traccia 19) è seguita dall'esecuzione della nota canzone napoletana Maria Marì e ironiche lamentazioni funebri in morte della protagonista (traccia 20).
Si riportano il fondo alla raccolta due ulteriori documenti (tracce 21-22) registrati dalla stessa ricercatrice ancora a Galluccio ma nel 1976, probabilmente a gennaio: l'esecuzione cantata di frammenti della Zeza  e un'intervista sulle tradizioni carnevalesche del paese e dell'area casertana.

(100, 100A-B-C-D 108754 e 267, 267A 108826)

  • Genere: Audio