La raccolta, realizzata nel 1976 a Capaccio, si colloca nel più ampio corredo di documenti sul tarantolismo in Campania ed è parte centrale del lavoro d’indagine guidato da Annabella Rossi e analizzato nel testo E il mondo si fece giallo. Gli informatori, tutti contadini, sono a volte testimoni indiretti di casi di tarantolismo, altre volte vittime del morso della tarantola. Le interviste narrano vari aspetti del fenomeno: i luoghi e gli habitat delle tarantole, gli effetti e le risoluzioni delle crisi, i nomi e le personificazioni che il ragno poteva assumere durante la possessione. Ampio spazio è dato alle anamnesi, all’investigazione delle differenti modalità risolutive del malessere e alla descrizione dei vari tipi di tarantole. Di particolare interesse la testimonianza di un musico terapeuta originario di Capaccio, Antonio C., suonatore cieco di fisarmonica e mandolino, che ricorda alcuni casi di tarantismo per i quali fu convocato a suonare, i repertori utilizzati, le varie fasi e azioni della possessione. Fondamentale per il lavoro di analisi degli autori risultò anche un racconto sul simbolismo mitico religioso e l’origine delle tarantole narrato dall’anziano padre di Antonio.
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