La decisione di includere nella ricerca anche Aliano, non interessato dalle rilevazioni del 1952, deriva non solo dall’obiettiva importanza di questo paese sul piano storico e culturale, dati i profondi legami e nessi con l’opera di Carlo Levi, ma anche da precise indicazioni mutuabili dalle opere dello stesso De Martino, evidentemente interessato ad estendere le riprese anche a questo paese: nelle Note preparatorie alla spedizione si trovano infatti appunti sulle persone da contattare in loco, in buona parte estrapolati dall’opera leviana, mentre nelle annotazioni, raccolte nel volume L'opera a cui lavoro, si trova una più circostanziata nota sulla "possibilità di assistere ad una tarantella ben eseguita" proprio ad Aliano. Con l’intento particolare di documentare uno dei canti più emblematici della tradizione lucana, la ballata Fronni d’alia registrata non a caso in differenti versioni, le riprese si sono svolte all’aperto, in una delle piazze del centro storico del paese, concentrandosi su Giuseppe Verzica e Antonio Donnazita, che hanno dato vita a interessanti duetti non solo musicali ma anche colloquiali, Caterina Marzano, e ancora Giuseppe Verzica, che ha eseguito anche alcuni brani strumentali utilizzando il "fischietto" che aveva con sé, un comune flauto diritto accomodato secondo personali esigenze esecutive tagliandone gli ultimi due fori.
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