11 Uno scrigno di canti, il Centro Nazionale Studi di Musica Popolare
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Descrizione:
Due articoli sul Centro Nazionale Studi di Musica Popolare. Il primo, a firma di Liliana Scalero, celebra enfaticamente dieci anni di intensa attività, a partire dalla fondazione nel 1948 promossa dall’Accademia di Santa Cecilia, con la guida del direttore Giorgio Nataletti, e la collaborazione e i mezzi tecnici della Rai. Con lo scopo di preservare e diffondere la musica popolare in Italia, e il contributo di una generazione di ricercatori quali Carpitella, Liberovici, Tibi, Cirese, De Martino e Levi, che trovano qui il primo spazio d’azione per le campagne di rilevamento, il Centro ha avuto il merito di "frugare nei tesori finora un po' trascurati" del patrimonio sonoro in termini comparativi, con un moderno approccio filologico, paragonato alla pioneristica attività di Bela Bartok in Ungheria, rivolgendosi a un pubblico che, secondo chi scrive, reclamava "indagine scientifica, critica severa, e anche verità, realismo, curiosità", "per dare all’Italia un corpus musicale folkloristico quale non era dato sperare in passato", ora che "l’interesse del pubblico della città si è fatto vivo per il folklore genuino" non più praticato nelle campagne, troppo modernizzate e industrializzate. Il problema della conservazione e trasmissione del materiale di ricerca sulla musica popolare è anche il tema del secondo articolo che presenta il volume curato da Nataletti, in collaborazione con Carpitella, Studi e ricerche del Centro nazionale di Musica popolare dal 1948 al 1960, frutto della riflessione sui metodi di ricerca e raccolta, di conservazione e di studio dei canti e delle danze popolari, anche in relazione alla divulgazione dei risultati scientifici attraverso i mezzi di comunicazione di massa, come le emittenti radiofoniche nazionali.
Data: n.21, maggio 1958, p. 20; n.52, dicembre 1960, p.17
- Luogo: Roma
- Provincia: Roma
- Regione: Lazio
- Autore: Liliana Scalero; anonimo