12 Uccia canaja
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Audio:
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Descrizione:
Questa canzone appartiene ad un tipo di cultura che potrei definire paesana, artigiana e della disperazione. In poche strofe è descritta la situazione di una donna che per vivere vende il proprio corpo a chi può permettersi di pagare mille lire. Storia emblematica forse di una vedova bianca vittima dell’emigrazione. Questa per la fine dell’Ottocento e per tutto il Novecento è stata una piaga dura da sopportare ma necessaria per la sopravvivenza. Molti abbandonavano i loro paesi, le loro famiglie, i figli e partivano per terre a loro sconosciute, tra genti che non li sopportavano e che parlavano lingue diverse dalla loro.
Tra il 1891 e 1911 l’Italia vide partire in massa per l’America la parte migliore di se stessa. E non solo in America. Con il tempo gli italiani, in gran parte meridionali, si sparsero ovunque: Australia, Belgio, Francia, Germania, Svizzera. La speranza di poter ritornare presto ad abbracciare i loro figli, i loro cari li tenne in vita. Ma circa 10 milioni di quelli che emigrarono in quel tempo non faranno più ritorno. L’Italia, da poco madre e già matrigna, li ha perduti per sempre.
Dall’inizio del Novecento fino al 1975, secondo i dati forniti dall’ISTAT, altri 20.470.280 sono gli italiani che hanno lasciato la patria in cerca di lavoro. Nello stesso periodo ne sono rientrati 8.436.230. Ma cosa è successo degli altri 12 milioni di italiani?
E cosa succederà di tutti quelli che, anche se in termini diversi, lasciano oggi l’Italia?
L’emigrazione ha generato moltissimi canti quasi sempre intrisi di profondo dolore. - Durata: 05:59
- Data: Sabato, 04 Febbraio 1978
- Luogo: Cutrufiano
- Provincia: Lecce
- Regione: Puglia
- Esecutore: Antonio Bandello, Luigi Vergari: voce; Antonio Aloisi: voce e tamburello; Antonio Melissano: mandolino; Roberto Angelelli: fisarmonica; Giuseppe Luceri: chitarra
- Autore: Brizio Montinaro