075 E la fii di Caitanellë ievë pe l’acqu’a la fundarelle
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Descrizione:
Testo: E la fii' di Caitanell'
ieve pe l'acqu' a la fundanell'
passevë nu cavaliere
acqua fresch'e ragazzette
non c'ho né tazze no bicchiere
per dare a bere a lu cavaliere
non voglio né tazze no bicchiere
io voglio bevere a suo manere
e 'nghe na manuccia bianca
i la stese tutti quante
dise na bbott'a lu sperone
nnenzë cavall' se la mettise
a lu mezzë dilla via
i cominci 'a teni fame
e arriv'a nu tavernare
priparat nu bbone pranze
di poccione e di pellastre
per far mangiare la mia ragazza
a lu mezza di la tavela
i 'ncuminci'a a teni sonne
priparate un bel letto
di cuscini e materazze
di cuscin'e materazzë
per far dormire la mia ragazza
si l'avessë nu curtelluccia
li taiessë lu lacci'a lu buste
curtelluccië i le dase
subit'al cuore se l'appuntise
maledetta questa donna
chi se ne vuole più fidare
si cundende da murire
no l'unore da perdire
Storia cantata (cfr. sullo stesso genere traccia 004). E' una versione locale della ballata conosciuta come La fantina, che a sua volta è un esempio di contaminazione de La bevanda sonnifera raccolta dal Nigra (R. Leydi, Osservazioni sulla musica popolare nell’area teramana, Documenti dell’Abruzzo tramano, Pescara, Carsa, 1991, pag. 124). Narra di una ragazza che incontra alla fonte un cavaliere. Questi la invita a dormire con lui e le offre del denaro. La ragazza accetta e, dietro consiglio della madre, somministra al cavaliere un sonnifero. Al mattino il cavaliere ingannato e deluso chiede alla ragazza di rimanere per una seconda notte, ma questa si rifiuta sapendo che non avrebbe più potuto ingannarlo. Il finale con la ragazza che si suicida con lo spadino prestatole dal cavaliere è una delle varianti.
In Abruzzo la ballata è testimoniata in varie raccolte. In Elvira Nobilio (Vita tradizionale dei contadini abruzzesi nel territorio di Penne, Firenze, Olschki, 1962, pag. 187), con un incipit testuale identico alla nostra registrazione: E la fije di Caitanèlle va pi’ ll'acqua a lla fundanèlle. La versione raccolta a Torrevecchia Teatina è in distici di ottonari variamente rimati e perlopiù di senso compiuto. I distici vengono ripetuti e formano una quartina funzionale all'andamento melodico. Il brano è eseguito da tre voci femminili, all’inizio con un po' di incertezza: il ricordo incompleto del testo influisce sull'intonazione e sull'accordo tra le voci, e viceversa. Le prime tre quartine sono all'unisono, nella quarta compare la bivocalità per terze che, pur nell’incertezza, si conserva sino alla fine. L’intonazione sale di 'un semitono'. Vi è quindi la ricerca consapevole del modo di cantare a due parti suggerito dalla tradizione. - Durata: 05:07
- Data: Venerdì, 19 Luglio 1991
- Luogo: Torrevecchia Teatina
- Provincia: Chieti
- Regione: Abruzzo
- Esecutore: Anonime: voce
- Autore: Domenico Di Virgilio